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di  MARIO ATZORI









Tracce di comunità ebraiche ad Aidomaggiore

Nel 19 d.C., la comunità ebraica a Roma era in forte espansione, gli ebrei acquisivano potere e ricchezza e creavano  problemi al potere di Roma.
In Sardegna intanto i sardi pellìti  scendevano dai loro rifugi nelle montagne e con le loro “bardanas” depredavano i carichi di grano ed altre derrate alimentari dirette nella capitale dell’impero.
Allora l’imperatore Tiberio decise di deportare in Sardegna 4000 ebrei, probabilmente giovani addestrati alle armi per combattere i Sardi ribelli promettendogli appezzamenti di terra posti ai confini dei territori colonizzati interdicendoli però al loro culto giudaico. Verosimilmente approdarono nel porto di Tharros e risalendo il Tirso occuparono diversi punti strategici nel Guilcier, che confinava con le Barbagie.
Non si hanno notizie di scontri armati degni di nota, è probabile una loro integrazione sia con i Sardi romanizzati sia con quelli ribelli.
Tracce archeologiche di questo momento sono delle iscrizioni funerarie, delle menorah incise su lucerne o tegole ed altri simboli come la stella di Davide (foto 4) o la Torah (foto5).
Alcuni giorni fa, il Signor Gian Pietro Zara, studioso di fatti ebraici che ha scritto il libro “I cognomi sardi di origine ebraica”, mi ha fatto notare una pietra molto interessante (foto 1 e 2 che è possibile ingrandire) che si trova sul sagrato della chiesa di San Gavino ad Aidomaggiore, dovrebbe trattarsi di una lapide funeraria con su scolpita una Menorah (il candelabro ebraico che ardeva con l’olio santo nel tempio di Salomone) la Torah (con questo termine si indicano i primi cinque libri del Tanakh, conosciuti col nome di Pentateuco dell’Antico Testamento: Genesi, Esodo, Levitino, Numeri e Deutoronomio) scritta su pergamena avvolta in un rotolo e  due rami d’ulivo.
Un’altra pietra con su scolpita la Stella di Davide (foto 4) si trova nel muro di una casa in piazza Parrocchia ed ancora un’altra menorah stilizzata in un altro muro sempre della stessa casa.
La pietra con la menorah e la Torah proviene dal villaggio di Sa Bastia, presso il novenario di Santa Maria, che è stato abitato dal periodo prenuragico, ma anche in periodo punico, romano e medievale. Nelle vicinanze di Sa Bastia è presente una necropoli di periodo romano con una moltitudine di urne cinerarie distribuite sul territorio.
Una singolare scoperta l’ho fatta navigando in internet: in Palestina, nella regione della Samaria, su una collina a 10 Km N.O. di Nablus, sussistono le rovine di una antica città Erodiana risalente al 900 a.C. chiamata “Sabastia” (tutto attaccato) (foto3), famosa perché si tramanda che nel suo teatro, Salomè avesse eseguito il ballo dei sette veli. E sempre in questa città vi è la tomba di San Giovanni Battista.

Secondo il mio punto di vista si tratta di una coincidenza sorprendente che nel nostro villaggio si trovi lo stesso toponimo palestinese, questo si spiegherebbe solo con la presenza di una comunità ebraica in periodo romano di cui abbiamo una traccia, seppure labile, con questa lapide funeraria.Il defunto Prof. Lello Fadda mi disse tempo fa che anche la scomparsa villa medievale di Likeri o Liqueri (situata nelle adiacenze di Santa Greca) legava le sue origini ad una antica comunità ebraica, del resto anche qui sono presenti in superficie diverse urne funerarie di periodo romano, che documentano la presenza di un avamposto militare per il controllo della valle del Tirso.
Cognomi presenti ad Aidomaggiore di probabile origine ebraica:
Ara, Atzeni, Atzori, Baragone, Campus, Carta, Del Rio, Fadda, Farina, Lai, Latte, Lodde, Marras, Masia, Mele, Melis, Piga, Sanna.
Prendiamo ad esempio il cognome “Atzori” potrebbe derivare dall’ebraico  ATZOR” = nome di città dell’asia minore (Antico Testamento – Giosuè –cap. 11 vers. 1). Oppure più probabile dall’antico cognome sardo De Zori  (ebraico “Zori” significa di Tiro; Antico Testamento 1° libro dei Re  cap. 7 vers. 13 etc..  “Tzor” era chiamata anche l’antica lama di pietra di selce usata per la circoncisione.
Il criterio adottato da G.P. Zara per la ricerca è stato in primo luogo quello della assonanza fonetica che ha consentito la primaria individuazione del cognome come di provenienza ebraica, in secondo, la convalida sul piano storico come la comparazione dello stesso sui testi ebraici ed in primis sull’Antico Testamento.
I libri biblici, specialmente le Cronache, elencano decine di antroponimi ebraici e restano, per Ebrei e Sardi, prima immutabile e certa anagrafe storica.

                                                                                           Mario Atzori  

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