Aidomaggiore, fin dal XVII° secolo, è stata caratterizzata dalla
presenza delle Confraternite, quella del Rosario, del Santissimo
e di Santa Croce. Ne esisteva una quarta sino al 1687 come
testimonia un lascito, documentato nel libro dei morti, “Alla
Venerabile Confradia della Nieve”.
Della Confraternita del Rosario non si conosce per ora la data
precisa in cui si è formata nella nostra Parrocchia, ma già dal
1674 è provata la presenza, come documentato nel libro dei morti di
quell’anno con un lascito a detta Confraternita. Si sa che le
Confraternite del Rosario hanno avuto un forte incremento in seguito
alla Vittoria di Lepanto contro i Turchi il 7 ottobre del 1571.
Questa Confraternita ha come finalità specifica favorire e
solennizzare le feste più importanti della Madonna e le due feste
del Rosario, della prima Domenica di ottobre e un tempo anche quella
della prima domenica di maggio.
L’abito è costituito dalla veste bianca, stretta ai fianchi da una fascia nera, della quale dovrebbe pendere la corona e
da una mantellina nera.
Si ricorda che il bianco e il nero, sono i colori dell’abito dei
Domenicani, grandi devoti e diffusori della devozione del Rosario.
La Confraternita ha sede in una sagrestia propria, ella chiesa
parrocchiale.
Della Confraternita del Santissimo Sacramento si sa che anch’essa
era operante in Aidomaggiore già nel 1674, ma non si conosce la
data di fondazione, in altre località era già diffusa anche prima
del Concilio di Trento. Da noi è denominata “de Su Sennore” ed
ha la finalità di incrementare il culto al SS. Sacramento. Le sue
feste più importanti sono: Corpus Domini, Sante 40 Ore, Giovedì
Santo; ogni terza domenica del mese i confratelli sono presenti
rivestiti con il loro abito alla santa messa, per magnificare con la
processione all’interno della chiesa e l’adorazione eucaristica,
il Santissimo Sacramento.
L’abito è formato da una veste bianca, cingolo, mantelletta rossa
con medaglione raffigurante l’ostia; la loro sede è presso una
sagrestia propria all’interno della chiesa parrocchiale.
La Confraternita di Santa Croce sulla base delle conoscenze attuali
sembrerebbe essere la
più antica. Esisteva certamente prima del 30 aprile 1629, anno in
cui la Confraternita venne associata all’Arciconfraternita del
Gonfalone e dei Flagellanti Bianchi presente a Roma. Tale
aggregazione venne creata mediante una Bolla Papale emanata da Papa
Urbano VIII° su proposta del Cardinale protettore Francesco
Barberini. La
bellissima Bolla Papale è gelosamente custodita nell’Ufficio
parrocchiale, dove può essere ammirata. In essa si dice che la
finalità del pio sodalizio sia tener vivo e favorire il culto in
onore del Mistero Pasquale di Gesù Cristo, cioè ricordare e
onorare la sua Passione, Morte e Risurrezione. La Confraternita,
associata a quella di Roma può godere di tutti i privilegi e favori
spirituali accordati a quest’ultima. L’abito è composto da una
semplice veste bianca, stretta ai fianchi dal cordone.
Ha la sua sede presso la chiesa di San Gavino, dove si
celebra la festa solenne del 14 settembre e fino al 1960 vi si
celebrava anche quella del 3 maggio. Da qui partono le processioni
della Settimana Santa e di Pasqua. La stessa
Bolla Papale stabilisce come sede la chiesa di San Gavino.
Secondo lo storico Angius si sa però che nel 1832, vicino alla
chiesa parrocchiale esisteva l’oratorio di Santa Croce,
probabilmente sede secondaria e più centrale e quindi più comoda
per la Confraternita.
I
Confratelli, per recarsi da San Gavino alla parrocchiale, onde poter
partecipare alle celebrazioni, procedevano in silenzio, pregando e
recitando il Miserere.
Tra i compiti più importanti di questi sodalizi, altrimenti detti,
“Impreos”, vi era l’organizzazione delle cerimonie religiose
della Settimana Santa, il periodo più significativo dell’anno
liturgico.
Le tradizioni non si sono perdute, ed ancora oggi la Pasqua è molto
sentita dagli Aidomaggioresi, che ne apprezzano strutture rituali ed
aspetti spettacolari conservatisi inalterati nel tempo.
Particolarmente suggestive le cerimonie che vengono celebrate nelle
vie del centro storico, a cominciare dalla via Crucis celebrata il
Martedì Santo all’imbrunire. Il Giovedì Santo, invece viene
portata in processione l’antica statua dell’Ecce Homo, (una rara
effigie del Cristo flagellato, ne esistono solo altre due esemplari,
una a Tortolì ed una ad Alghero nella chiesa di San Francesco); il
Venerdì Santo viene celebrato il rito dell’Innalzamento della
Croce e, la sera sul tardi il rito de “S’Iscravamentu” con la
processione del Cristo morto, il tutto accompagnato dalle
antiche e commoventi “Laudes” in sardo ed in latino,
eseguite con grande perizia dal Coro a “Cuntzertu”.
Il giorno di Pasqua viene
rappresentato il tradizionale “Incontru” tra la Madonna ed il
Cristo risorto, accompagnato dal festoso suono delle campane
della chiesa parrocchiale, in segno di Gloria.
La cerimonia dell’incontro fra le due statue è preceduta, fatto
forse unico in Sardegna, dall’incontro fra i ventiquattro
confratelli, appartenenti alle tre venerabili confraternite, che si
scambiano, dopo un rituale che prevede tre inchini, un vicendevole
abbraccio in segno di pace fraterna, che rappresenta l’abbraccio
corale della comunità nel segno della gloria del Cristo Risorto.
Mettiamo in evidenza, che seguendo un’antica tradizione, la
piazza principale antistante la parrocchiale viene ricoperta, a cura
dei componenti delle tre confraternite, di fiori di pervinca, come
tappeto su cui dovranno camminare
il Cristo Risorto e la sua Santissima Madre.
Non mancano i momenti di aggregazione, specialmente in occasione
della festa in onore di Sant’Antonio abate, dove tutte e tre le
Confraternite portano le tradizionali “Tuvas” da bruciare in
onore del Santo e, alla conclusione della cerimonia, il tradizionale
banchetto conviviale, con canti e balli tradizionali.
Le tre Confraternite inoltre, partecipano a tutte le processioni
delle feste solenni, nonché a tutti i funerali della comunità,
collaborando in maniera attiva a tutte le altre iniziative promosse
dalla parrocchia e da Don Tonino, attuale Parroco, in modo
particolare.
In una piccola realtà
come la nostra, le Confraternite svolgono un’importante funzione
sociale e culturale che si è tramandata nel tempo.
Il saluto (ndr) dei Confratelli ai Confratelli è
“Bazzi cun Deus” (andate con Dio) che in questa
occasione Mario Atzori, autore, del testo rivolge a tutti.
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