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La
gita di domenica 1 luglio è stata una bella occasione di
ritrovo e di svago per i partecipanti, che hanno risposto
assai numerosi all’iniziativa promossa dalla pro loco. È
giusto ricordare che questo viaggio è stato possibile anche e
soprattutto grazie ad un finanziamento erogato dal consorzio
BIMF (Bacino Imbrifero Montano del Flumendosa), a favore della
Pro Loco, che è servito per coprire interamente le spese di
viaggio del trenino verde e dei rispettivi collegamenti con le
stazioni. A questo proposito il presidente Adriano Masia
ringrazia l’assistente sociale Giovanna Fadda e
l’assessore Maria Lussoria Masia, per la collaborazione al
disbrigo delle pratiche inerenti la domanda di finanziamento.
Partenza alle h.7, (praticamente quasi l’alba!) da Aidomaggiore:
l’autobus è puntuale e il nutrito gruppo di gitanti inizia
l’escursione. Saluti, chiacchiere, battute fra i
partecipanti mentre ci si dirige verso Mandas, dove ci aspetta
il “trenino verde”, più precisamente il trenino delle
Ferrovie della Sardegna, meglio note come “ferrovie
complementari” che percorre una delle tratte coperte da
questi treni piccoli e d’altri tempi, quasi pezzi
dell’ottocento.
Il percorso in autobus è tranquillo e rilassante, arriviamo a
Mandas nell’orario previsto, in una stazione piccola che sta
subendo lavori di ristrutturazione e adeguamento alle mutate
esigenze turistiche, il treno è pronto e si sale. La nostra
destinazione è Sadali, nelle cui vicinanze ci sono delle
grotte, Janas, che visiteremo. Il primo tratto del percorso è
poco interessante dal punto di vista del paesaggio, basse
colline coltivate a vigna e grandi balle di fieno seminate nei
campi dove è stata fatta la mietitura. Ma man mano che ci si
avvicina al Flumendosa il paesaggio si fa più interessante:
il trenino arranca su salite impervie, in mezzo a strette
pareti di roccia, scavata appositamente per consentire il solo
passaggio di un treno di quelle dimensioni; in molti punti del
percorso si costeggia uno strapiombo che finisce diretto in
acqua ma la vista del panorama sul lago è talmente bella e
suggestiva da distrarre l’attenzione. Tutti, infatti, si
alzano dai sedili del treno e si avvicinano ai finestrini, per
osservare la vista del lago letteralmente incastonato fra le
alte colline. La strada ferrata segue un percorso che
costeggia il bacino, offrendo differenti visuali dei medesimi
angoli: mentre costeggiamo, vediamo sul lago il battello che
ne fa il giro, carico di turisti. Anche noi facciamo delle
soste, scendiamo dal treno in due punti particolari, uno è un
belvedere: in località “Palarana”, in territorio di
Villanovatulo, e l’altro è la visita all’interno di una
delle stazioni sul percorso, stazione che pare fosse punitiva
(cioè vi veniva relegato chi aveva commesso qualche
infrazione), dotata di quanto serviva per viverci stabilmente,
certo con ben pochi agi, e con pipistrello annesso (che ha
creato un fuggi-fuggi generale dall’interno).
Arriviamo a Sadali dove un autobus ci conduce alle grotte di
Janas, che prendono il loro nome da alcune concrezioni che
all’interno fanno pensare a figure di donna pietrificate, e
che la leggenda assimila a delle fate (janas, appunto): le
grotte sono belle da visitare, anche se nel percorso vi sono
alcuni punti piuttosto difficili da superare per accedere alle
varie stanze che si susseguono, avanzando progressivamente
all’interno della terra; oltre alcune caratteristiche di
colori e forme originali formate dalle stalattiti e dalle
stalagmiti (per le quali rimandiamo alle foto), la nota
rilevante è la temperatura costante di circa 14° C e il
tasso di umidità, che raggiunge il 100%, in altre parole un
luogo “fresco”! Tornati
all’esterno, ci si sente tutti un po’ lucertole alla
ricerca del caldo sole, dopo di che, visto che lo stomaco
comincia a reclamare attenzione, il gruppo si dedica al rito
del pranzo, i più al vicino ristorante “is Janas” dove si
è potuto assaporare uno squisito menù turistico sadalese, e
un piccolo gruppo sotto le piante, nell’area pic nic
attrezzata. Dopo il relax necessario, arriva l’autobus che
ci riporta a Sadali, distante circa 2 km. Qui ci si ferma a
fare qualche giro, in visita ad alcune delle particolarità
del paese tra le quali, degna di nota, è sicuramente una
fresca cascata con una sorgente di acqua potabile e una
chiesa, San Valentino, poco interessante all’interno ma con
un portale e un rosone sulla facciata degni di nota. Oltre a
ciò qualcuno ha visitato una casa museo, una antica
abitazione con tutti gli attrezzi della vita quotidiana e del
lavoro di un tempo, e anche una sorta di piccolo pseudomuseo
degli strumenti musicali. Ma la particolarità del paese è
senz’altro la presenza di tantissime fontane e
canalizzazioni, tanto da far meritare al luogo il nomignolo di
“paese nell’acqua”.
Alla spicciolata il gruppo ritorna verso la stazione, dove
attendiamo l’arrivo del trenino per il viaggio di ritorno,
percorso inverso all’andata, con lo stesso tempo di
percorrenza (circa due ore di movimenti sussultori,
impossibile sonnecchiare!). All’arrivo a Mandas riprendiamo
il nostro autobus e ripartiamo verso Aidomaggiore, con una
sosta a metà percorso per mangiare, proseguendo il viaggio in
stato di semi sonno alcuni, in varie chiacchiere alcuni altri:
la giornata è stata intensa, interessante ma anche molto
stancante e quando si arriva, alle h.23 circa, c’è un
veloce salutarsi per dirigersi a casa, a dormire ma, questa
volta, sul comodo letto di casa! |