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Sa innenna a s’antiga “ (la vendemmia all’antica) –
Norbello, 6 ottobre 2007
Nel periodo classico dell’uva e della vendemmia, non poteva
mancare una manifestazione che richiamasse alla memoria dei più
anziani, e nel
contempo facesse conoscere ai più giovani, i riti della
produzione del vino secondo quelle che erano le regole nei
tempi andati, quando nelle campagne tutto era
opera prevalentemente dell'uomo, con
il solo aiuto di |
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qualche
animale e degli attrezzi fabbricati anch’essi in modo
artigianale: questo è stato il tema della iniziativa di
Norbello, alla quale è stato invitato, e ha partecipato con
entusiasmo, anche il nostro gruppo di musica e ballo “sa
cointrotza”.
Nella settimana precedente il gruppo si è incontrato per le
prove e l’appuntamento per la trasferta a Norbello è stato
fissato alle h. 15 presso il Centro di Aggregazione, dato che
l’inizio della
manifestazione era stabilito per le h. 15.30.
Insieme al nostro gruppo erano stati invitati i gruppi di
Ghilarza, Abbasanta, Ula Tirso, oltre la presenza del gruppo
dei padroni di casa; per fortuna le condizioni atmosferiche
hanno aiutato la manifestazione, mantenendo un cielo pulito e
terso (dopo una mattinata caratterizzata dalla pioggia che si
era abbattuta con forza in tutta la zona), così che si è
potuto rispettare il programma che prevedeva inizialmente la
sfilata dei gruppi per le vie del paese, intervallata dalle
soste predefinite per l’esibizione dei gruppi, ciascuno nel
proprio ballo.
Naturalmente il corteo era aperto dal carro tirato da due
buoi, sul quale era sistemato un grosso tino pieno d’uva,
pronta per essere pestata, quando fosse stato il momento;
dietro veniva il gruppo dei padroni di casa, poi Abbasanta, il
nostro gruppo e, a seguire nell’ordine, Ghilarza e Ula Tirso.
In questa occasione il nostro gruppo aveva una formazione più
ampia rispetto alle precedenti, infatti il corteo era aperto
da un gruppo di bambini vestiti in costume, dietro i quali
seguiva il trio classico dei suonatori, Tino Barranca Attilio
Licheri Tino Medde, ai quali ogni tanto si univano i due
suonatori più giovani, Giuseppe Corda e Marco Ziulu con i
propri organetti. Nella prima sosta si è esibito il gruppo di
Norbello mentre il nostro gruppo si è esibito nella seconda
sosta, in piazza della Donna, dopo il gruppo di Abbasanta;
l’esecuzione è stata molto bella e il gruppo davvero bravo,
mostrando intrecci e serpentine che hanno riscosso nutriti e
calorosi applausi dagli spettatori che, nel frattempo, si
erano assiepati lungo il percorso; naturalmente molto bravi
anche gli altri gruppi, ma ancora una volta si è evidenziata
la particolarità del nostro ballo che, veramente, si
differenzia completamente da ogni altro e, in queste occasioni
appare ancor più chiaro, quando altri gruppi danzano con
ritmi e figure belle ma sicuramente più diffuse o simili tra
loro: perdonate la parzialità ma credo sia comprensibile e
forse anche accettabile un po’ di sano campanilismo!
La sfilata si è chiusa nella piazza da dove era partita e
dove l’organizzazione aveva approntato il palco per
l’esibizioni successive di tutti i gruppi partecipanti; a
questo punto il programma prevedeva la dimostrazione pratica
della pigiatura del vino all’interno del tino, dove un uomo
con i calzoni rimboccati e a piedi nudi schiacciava l’uva,
facendo uscire un piccolo getto di mosto che veniva raccolto
in un recipiente, mentre le vinacce erano raccolte a parte.
Terminata la rappresentazione, l’attenzione si è nuovamente
centrata sul palco, dove hanno ricominciato ad esibirsi nei
propri balli i gruppi presenti ed anche Aidomaggiore ha
replicato “sa cointrotza”, con rinnovato apprezzamento da
parte del pubblico presente che, in buona parte, non aveva
assistito all’esibizione durante la sfilata; ci sono stati
molti commenti positivi, soprattutto da tanti spettatori che
vedevano per la prima volta l’esecuzione del nostro ballo e
perciò si può affermare, a buon diritto, che anche in questa
occasione il nostro gruppo folk ha realizzato uno degli
obiettivi che si è posto, cioè l’ampliamento della
conoscenza di Aidomaggiore e della tradizione della sua musica
e del suo ballo.
Per finire la serata, il programma prevedeva la cena a base di
carne di pecora e maialetto, cena squisita che una buona parte
del nostro gruppo ha apprezzato e gustato, mentre qualcuno ha
preferito tornare in paese: anche questa esperienza si è
chiusa con un bilancio positivo e quindi “ad ateras bortas”
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