FESTA
DI SANTA BARBARA - PANEGIRICO 31
agosto 2008 - AIDOMAGGIORE - di Mons. Albino Sanna
Saluto
il Parroco don Tonino, il Procuratore Signora Ada Piras e Diego
Pittalis, sas massaias, e tutti coloro che hanno collaborato per la buona
riuscita della festa, e tutti voi presenti.
La
tradizione: in questo luogo fin dai primi secoli del
cristianesimo, durante la dominazione bizantina nel VI e VII
secolo, è sorta la devozione e la costruzione della Chiesa in
onore di Santa Barbara, venerata nel villaggio di Ruinas, bau
de Ruinas, villaggio che faceva parte dei ricchi
possedimenti della Casa di Arborea, abbandonata e distrutta
attorno al 1300, che si trovava proprio qui nella vallata nel
luogo dove si trova il ruscello e tutt’oggi le due fontane che
i gosos cantano in “cuss’abba
meighinosa ch’azzis in sa domo bostra”. In seguito alla
scomparsa di Ruinas la Chiesa e la devozione a Santa Barbara
viene accolta da Aidomaggiore che con passione e grande impegno
la ha consolidata e tramandata nelle diverse generazioni nella
fede religiosa popolare fino ad oggi. La chiesa intanto era
diventata fatiscente, per cui, con una decisone sofferta, nel
1954 viene demolita e costruita questa nuova Chiesa con grande
concorso del popolo di Aidomaggiore sia con offerte in denaro
che in giornate di lavoro, che
successivamente, fino ad oggi, è stata consolidata e resa più
sicura nella sua struttura architettonica e arricchita di
arredi.
La
devozione a Santa Barbara si è diffusa, proveniente
dall’Oriente, nel mondo occidentale, specialmente in Francia e
in Italia. Conosco personalmente le due chiese o Oratori
presenti a Roma, una sul Colle del Celio nella Basilica di San
Gregorio e un’altra in via dei Giubbonari, adiacente a Campo
de’ Fiori. Così pure nella Sardegna dove vi sono ben 37
chiese dedicate a Santa Barbara e alcune parrocchie la venerano
come patrona.
Ma
particolarmente qui ad Aidomaggiore vi è questa antica
devozione che si esprime ogni anno con ben tre feste in suo
onore: una il 4 dicembre, giorno della festa liturgica, una dopo
metà maggio e infine questa festa grande a fine agosto. Le
celebrazioni sono caratterizzate in particolare dalle
manifestazioni religiose, novena, Messa e processione, ben
curate dal parroco e dai vari procuratori, su “prozettu”,
ma anche con manifestazioni civili con corse dei cavalli, balli,
canti e giochi di tutti i gusti.
La
vita di Santa Barbara, una ragazza pagana che si converte al
cristianesimo nonostante l’opposizione del padre che la chiude
in una torre e la porta, dopo tanti tormenti, fino alla condanna
a morte, risale agli anni tra il 200 e il 300 dopo Cristo. E’
patrona dei Vigili del fuoco, degli artificieri, minatori e
coloro che svolgono lavori particolarmente pericolosi e legati
al fuoco. Nelle navi da guerra il deposito delle munizioni è
denominato “Santa Barbara”. Essa è invocata anche per allontanare le
morti improvvise.
Santa
Barbara ha dato una forte e coraggiosa testimonianza di fedeltà
a Dio, che sta al primo posto, anteponendolo anche all’amore
ai genitori, come ha detto Gesù: “chi
ama il padre o la madre più di me, non è degno di me”. Ha
portato fino alla sua morte la sua testimonianza come leggiamo
nel Vangelo di questa domenica:
“Chi perde la propria vita per causa mia la ritrova”. A
lei si può applicare anche il brano della Lettera ai Romani di
questa domenica:”Vi
esorto ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo
e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale”. Questo
per indicare che la fede deve impregnare tutta la vita del
cristiano e che l’amore vero e duraturo è quello di Dio e
solo questo amore accolto e vissuto impregna quindi tutta la
vita del cristiano sia nelle sue relazioni familiari, che quelle
nei confronti dei parenti, amici, tutte le persone, le attività,
la società. Santa Barbara ha testimoniato il suo amore a Dio
fino alla morte con il martirio.
Questa
festa, questa forte devozione che caratterizza questa comunità
di Aidomaggiore, sia un’occasione per continuare nella fede
che ci è stata tramandata e che sempre più deve essere anche
oggi comunicata ai ragazzi e ai giovani. Siate orgogliosi, come
i vostri padri, di questa devozione e soprattutto del nome di
cristiani. Una comunità trova la sua profonda, serena e vera
identità in questa fede e in questa devozione. Una identità
che si manifesta in modo spontaneo e naturale nella
manifestazione della fede, non ostentata, ma profonda e vissuta
a testa alta, nella assidua partecipazione alle celebrazioni
liturgiche promosse dalla parrocchia, nella vita di onestà e di
testimonianza delle virtù cristiane, nella devozione ai santi,
nelle feste popolari, nell’incontro con gli altri in relazioni
di rispetto al di là della età, cultura, razza, condizione
sociale, nella pratica della ospitalità e accoglienza, nella
solidarietà, promozione del bene comune, nel gioire insieme.
Grazie,
carissimo parroco don Tonino; grazie signora Ada, Procuratore,
dell’invito che mi avete rivolto. Grazie a tutti voi. Santa
Barbara continui a proteggerci. Auguri e a medas
annos menzus.
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