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Dopo la lettera aperta a tutti gli Aidomaggioresi di Claudio Quirico Serra che per facilità di lettura viene riportata anche in questa pagina (clicca) si propone di seguito quanto scritto, riferendosi alla stessa, da Annamaria Tedde da Firenze:



Non conosco Claudio Serra e non so quanti anni abbia, ma la sua lettera aperta  agli aidomaggioresi mi ha molto colpita.
Anch'io, pur lontana dal paese, ho avuto la sensazione che nel corso del tempo ci sia stato come un "raffreddamento" da parte della gente, in relazione alle tradizioni sia laiche che religiose.
Mi rendo conto che il mondo va avanti e che ormai stiamo diventando tutti figli di internet, ma questo non deve assolutamente consentire il declino o addirittura l'estinzione di tutto quel bagaglio di feste, manifestazioni, tradizioni legate alla storia sarda e aidomaggiorese. Mi piacerebbe, in un futuro molto prossimo, poter "sfogliare" il sito e rivedere le chiese di Santa Barbara o Santa Greca piene di fedeli giovani e meno giovani come sicuramente erano nel passato.
E poi,  davvero, cari mamme e babbi aidomaggioresi, mettetevi d'impegno a far capire ai vostri bambini che Halloween non rappresenta niente per noi; cari maestri e professori aiutate i genitori a far risorgere dalle ceneri le cose belle del nostro passato per far sì che le nuove generazioni ritrovino le proprie radici. 
Grazie per l'attenzione, a tutti e un saluto affettuoso da Firenze.     Annamaria Tedde


 

lettera aperta di CLAUDIO QUIRICO SERRA  a tutti gli Aidomaggioresi                 

Cari aidomaggioresi,

più che una decisione per me è una necessità approfittare del sito di Diego per indirizzarvi queste parole.

Senza alcuna pretesa, ma col cuore in mano, mi sorge spontaneo rivolgervi un grido: RIAPPROPRIAMOCI DELLE NOSTRE TRADIZIONI!!! E il grido non è di rimprovero, bensì di allarme! Se non corriamo ai ripari presto rischiamo di perdere per sempre tutto l’immenso bagaglio di usanze e convenzioni che ci hanno tramandato i nostri vecchi.

Credo che la mia generazione sia l’ultima che ha avuto la fortuna di conoscere, anche se già in maniera un po’ scolorita, i bei tempi andati di novene, carnevali e feste varie, in cui si poteva assaporare il gusto genuino e sano del vivere in un paese... quelle piccole cose, ormai quasi dimenticate, che possono contrastare i diversi disagi della vita in un centro così piccolo, dove molti servizi iniziano a mancare e dove, forse, sarà sempre più difficile restare a vivere, continuando di questo passo. I ragazzi più piccoli di me, ormai, probabilmente non hanno nemmeno idea di queste cose, per esempio non so se tutti siano al corrente di come funzioni una novena, tanto per dirne una…

Visto che un nuovo boom economico e/o demografico non sembra essere alle porte, il mio modestissimo parere è che il solo modo per restare a galla, per restare vivi, per far restare vivo il nostro piccolo e amato paese, sia riscoprire quei vincoli che ci legano ad esso, i luoghi e i momenti che da sempre sono stati le tappe tipiche della vita di ogni aidomaggiorese: tra gli altri, i novenari e le feste di Santa Barbara, Santa Maria e anche Santa Greca, le fontane di Binz’e caddu e Cort’e josso, i canti tradizionali e i balli…

Piccole cose, che, unite insieme, ne formano una immensa, forte e sacra… una cosa che si chiama IDENTITÀ, e che va nominata con rispetto e… una certa venerazione. Il nostro paese ci ha dato tanto, ci ha cresciuti e allevati come figli, ci ha insegnato come si vive! Non buttiamoci tutto alle spalle vivendo come in una fredda città, dove ci si incontra e non ci si guarda nemmeno in faccia. Portiamo i nostri bambini a novenare, andiamo a fare le solite noiose ma sempre piacevoli passeggiate a Binz’e caddu , a lavare tappeti e, perché no, a raccontarci due "crastule" a Cort’e josso…

Infine, un piccolo consiglio, perdonatemi se mi permetto, vorrei darlo ai genitori aidomaggioresi… quest’anno, per Halloween, lasciate i costumi di carnevale dei vostri figli negli scatoloni, ci sarà modo di indossarli a tempo debito in quel di "Sant’Iorzi"… e, anziché lasciare che vadano di casa in casa a chiedere "dolcetto o scherzetto", suggeritegli di aspettare un mese e di uscire il primo giorno di Dicembre a "pedire sa cogatza".

Chiedo scusa e mi auguro che non interpreterete male il senso del messaggio.
Con amore per Aidomaggiore,

28-08-2011 (Sant’Arbara)                            Claudio Quirico Serra

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