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             SCUOLA
            TECHNICA DON BOSCO BANGKOK
            
             
            Quest’anno
            dalla Scuola Tecnica Don Bosco di Banpong, sono stato trasferito
            alla Scuola Tecnica Don Bosco di Bangkok. Stesso nome, stesso fine,
            ma diversa realtà. Questa di Bangkok è una copia della scuola
            degli artigianelli che Bon Bosco aprì a Torino ai suoi tempi per
            venire incontro ai ragazzi che dalle campagne si recavano a Torino
            per cercare 
            lavoro e qui erano vittima degli sfruttatori e della 
            corruzione della società di Torino di quei tempi.
            
             
               
             Nata
            come quella di Torino, la Scuola Don Bosco di Bangkok si è anche
            sviluppata, col passare degli anni come quella di Torino. Caduti i
            laboratori non più all’altezza 
            dei tempi, come calzolai, sarti, falegnami, restano i grandi
            laboratori di meccanica, elettrauto e tipografia che preparano gli
            operai specializzati per il mondo tecnico industriale dei giorni
            nostri.
            
             
              
            Nata circa 65 anni fa,
            per l’iniziativa del primo gruppo di Salesiani Italiani arrivati
            in Siam (come si chiamava allora la Thailandia), in una villa presa
            in affitto al centro di Bangkok, ma quasi abbandonata, la scuola Don
            Bosco in un primo tempo ospitava solo i sarti, cui l’anno seguente
            si uniscono i calzolai e i falegnami. Di questi tre gruppi solo i
            falegnami ebbero vita lunga. Da questo reparto ne uscirono alcuni
            scultori in legno tek, di fama direi mondiale perché le loro
            sculture sono molto apprezzate in America. Gli altri due gruppi si
            mostrarono non adatti per i bisogni della società e cultura thai e
            incapaci di competere con la nuova tecnologia e quindi dovettero
            essere chiusi. Dopo alcuni anni, per lo stesso motivo venne chiusa
            anche la falegnameria.
            
             
               
            Però dalle loro ceneri
            nacquero i quattro grandi reparti attualmente in pieno vigore:
            meccanici, elettricisti, tipografi, elettrauto. 
            
             
               
            La scuola ebbe uno
            sviluppo enorme perché veniva incontro ai bisogni della società
            Thai, e trovò la simpatia dell’autorità civile che favorirono
            sempre e incoraggiarono l’opera dei Salesiani, ma specialmente per
            i sacrifici e la dedizione dei primi Salesiani.
            
             
              
             A mo’ di esempio
            cito due grandi Salesiani: Don Massimiliano Gomiero, primo direttore
            della Scuola. I ragazzi erano ricevuti completamente gratis ed erano
            assolutamente poveri. Mi raccontava Don Gomiero che parecchie volte
            al mattino, prima ancora che i ragazzi si alzassero dovette andare
            con la bicicletta a bussare di porta in porte, tra conoscenti
            benestanti, perché non c’era più riso nella scuola per sfamare
            quei ragazzi. E questi benefattori rispondevano alle necessità dei
            ragazzi. Ma anche i ragazzi rispondevano alla dedizione a ai
            sacrifici dei Salesiani. Una scena commovente presso il letto in cui
            giaceva Dob Gomiero, moribondo, per cancro all’esofago. Un ex
            allievo porta il figlioletto a visitare D. Gomiero, lo fa
            inginocchiare 
            presso il letto e gli dice:”Bacia i piedi a quest’uomo,
            perché quando tuo padre era ragazzino come te quest’uomo gli ha
            dato tutto, persino i suoi pantaloni, perché tuo padre non ne
            aveva”.
            
             
                
            Un altro grande
            Salesiano, D. Andrea Anelli, prima di farsi salesiano esercitava la
            professione di sarto, e una volta prete fu mandato qui al Don Bosco.
            Lo studio di teologia non gli impedì di continuare ad esercitare la
            professione di sarto, ma questa volta gratis. Una notte per
            settimana la passava in bianco; mentre i ragazzi dormivamo,
            controllava tutti i loro pantaloni per vedere se qualcuno avesse
            bisogno di riparazione, perché molti ragazzi avevano solo un paio
            di pantaloni che dovevano usare il giorno seguente. Don Andrea morì
            in un incidente stradale, quando, all’imbrunire di un primo venerdì
            di mese, correva con la moto per fare in tempo a celebrare la Messa
            in un villaggio, non vide un fosso nella strada per cui cadde dalla
            moto battendo la testa e dopo alcuni giorni in coma morì.
            
             
              
             Attualmente
            la Scuola Don Bosco Bangkok ha due sezioni che non saprei come
            chiamare in italiano. Una sezione con i ragazzi che hanno finito le
            scuole medie con un programma di tre anni. I ragazzi in questa
            sezione 
            studiano e lavorano di giorno: sono circa 940 allievi. Segue
            un’altra sezione con programma di due anno che studiano dalle ore
            17  fino
            alle 21.15, con un numero di 400 allievi. Durante il giorno questi
            allievi lavorano. Parecchi sono aiutanti maestri qui da noi.
            Contando anche questi i maestri al Don Bosco assommano a oltre 200,
            con uno stipendio che si aggira sui 2.700.000 
            baht al 
            mese. Questo solo per il mensile senza contare le altre spese
            di manutenzione, di nuovi macchinari, corrente elettrica acqua etc.
            Dove trovare tanti soldi? Ci pensa la Divina Provvidenza che sa
            suscitare in tutti i tempi, generosi benefattori.
            
             
             
            Adesso le aule non
            bastano: dobbiamo costruirne delle nuove. Speriamo che anche questa
            volta, come agli inizi della scuola i benefattori non manchino.
            
             
              
            E io adesso sono qui, e
            pur non potendo fare ormai tanto quanto hanno fatto i miei
            predecessori, cerco di seguire li loro esempio 
            con lo spirito di Don Bosco. Sempre avanti. 
            
             
               
            Se qualcuno dei “miei
            lettori” dovesse venire per qualsiasi motivo in Thailand, non
            dimentichi Don Bosco Technnical School Bangkok. Ivi troverete anche
            me. 
            
             
              
            Arrivederci. Sac.
            Domenico Agus di Aidomaggiore
            
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