2 febbraio 2007
La CANDELORA

     
                                 
di Adele Virdis

Si ripropone l'antico detto: "Quando vien la Candelora de l'inverno semo fora; ma se piove o tira il vento de l'inverno semo dentro." se è sempre valido, vista la bella giornata di oggi, come dimostrano le foto che è possibile ingrandire, ci fa pensare alla primavera che ormai è molto vicina.

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Anche quest’anno il due febbraio Aidomaggiore ha festeggiato la festa della Purificazione della Vergine Maria. Il rito della purificazione risale alla legge mosaica ed è descritto nel libro del Levitico, come già spiegato nel breve articoletto dello scorso anno.
La festività della Purificazione si è svolta con la celebrazione della Messa e la processione con il simulacro della Vergine addobbato quest’anno da signorina Ines  Flore e da signorina Natalina Ziulu e accompagnato dalle confraternite del Santo Rosario,  Santa Croce, SS. Sacramento e dai fedeli con le candele benedette accese.
Al termine della celebrazione religiosa  il priore del Rosario, signor Felice Masia ha invitato tutti i presenti ad un buffet, ricco di dolci tradizionali e di un ottimo vino bianco e dall’augurio “Atteros annos cun salude”.
Ma la festa della Candelora, che è una grande festa cristiana, si è sovrapposta ad antiche credenze legate a culti precristiani fortemente radicati nel popolo di cui, tutto sommato si sono tramandati i riti e spesso le stesse pratiche.
Candelora è il nome popolare (deriverebbe dal tardo latino "candelorum", benedizione delle candele) che i cristiani diedero alla festa della Purificazione.
Le origini però sono precedenti e riscontrabili in varie parti d'Europa.
Nell’antica Roma ad esempio, si celebravano i Lupercalia alle Idi di febbraio, che per i romani era l’ultimo mese dell’anno, ed essi servivano a purificarsi prima dell'avvento dell'anno nuovo e a propiziarne la fertilità. 
Un momento particolare della festa consisteva nella purificazione della città, perciò durante la celebrazione le donne giravano per le strade con dei ceri e delle fiaccole accese, simbolo di luce.
Nel "Lunario Toscano" del 1805 invece, si legge: "La mattina si fa la benedizione delle candele, che si distribuiscono ai fedeli, la qual funzione fu istituita dalla Chiesa per togliere un antico costume dei gentili, che in questo giorno in onore della falsa dea Februa con fiaccole accese andavano per le citta’, mutando quella superstizione in religione e pieta’ cristiana".
I gentili altri non erano che i pagani e la Dea Februa era Giunone purificata, che veniva celebrata a Roma alle Calende di febbraio. Quindi, la purificazione di Maria, madre di Gesù, subentrò alla festa pagana dedicata a Giunone e ai Lupercali, ed ancora oggi essa è viva e partecipata dal popolo di Dio.

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