Tutti a Aidomaggiore conoscono
Giulia Masia ma non tutti sanno con esattezza quale è stato il suo
impegno nel sociale e non solo.
Giulia per due anni (1980-1981) prima a Roma e poi in Francia a Lione,
presso il COMI (Cooperazione per il mondo in via di sviluppo) ha
frequentato uno speciale corso di specializzazione sanitario finalizzato
all’assistenza dei malati e bisognosi di cure
nei paesi in via di sviluppo.
Nel 1982 con un bagaglio di nozioni teorico-pratiche ha affrontato la sua
prima esperienza in Senegal, sotto l’egida della stessa COMI impegnata
in quel paese ad un progetto umanitario agricolo-sanitario.
Il volontariato o meglio la missione di Giulia ha così avuto inizio con
una proiezione, traumatica per una persona normale, da un paese tranquillo
e sonnolento come Aidomaggiore, prima all’ambiente confortevole, anche
se impegnativo, del corso teorico-pratico a Roma e Lione e poi alla
desolazione, povertà ecc., degli otto villaggi all’interno del Senegal.
Giulia è rimasta in Senegal per tre anni. Il suo punto di riferimento
erano le Cooperatrici Oblate Missionarie dell’Immacolata e dalla casa di
queste usciva la mattina all’alba per farvi rientro al tramonto. Le
giornate erano piene ma tanto tanto piene di cose da fare. Bisognava
curare le malattie, far fronte alle emergenze e contemporaneamente
affrontare, coinvolgendo tutti, il problema della prevenzione insegnando
le più elementari regole igieniche.
Gli otto villaggi distavano circa 20 chilometri l’uno dall’altro e
Giulia con gli altri volontari, a bordo di una R4 percorrevano
giornalmente molti chilometri di pista in terra battuta e non per arrivare
dove c’era necessità della loro opera.
La popolazione del Senegal è prevalentemente mussulmana. I Cristiani sono
meno dell’1% ma sono perfettamente integrati nella comunità. Non
esisteva allora nessuna forma di fondamentalismo ma anzi esisteva una
cordiale e rispettosa fratellanza fra le due religioni. Giulia e gli altri
volontari, assieme alle Suore Missionarie Oblate dell’Immacolata ha più
volte partecipato alle feste Mussulmane e più volte i Mussulmani hanno
partecipato alle feste dei cattolici.
Il rapporto con la popolazione locale, improntato al dare aiuto, amore e
speranza, non poteva non essere ottimo. |
Giulia, ricordando questa
esperienza particolare(significativa è la cartolina ricevuta da una
ragazza di religione nussulmana clicca
per visualizzare) inorridisce quando vede in televisione quello che
succede attualmente proprio per l’estremismo religioso che nella maggior
parte dei casi è proprio mussulmano.
Giulia è ritornata ad Aidomaggiore nel 1985 dopo tre anni di permanenza
nel Senegal e anche da Aidomaggiore ha voluto in qualche modo continuare a
aiutare le povere popolazioni di quei villaggi sperduti. Ha organizzato
alcune raccolte di aiuti in soldi che tramite le Cooperatrici Oblate
Missionarie dell’Immacolata ha fatto avere alle persone che ne avevano
particolarmente bisogno.
Nel 1989 è partita per Haiti in America centrale con l’organizzazione
umanitaria VIDES (Volontariato internazionale donna educazione sviluppo) e
ha operato in un ambulatorio gestito dalle Suore Salesiane assistendo e
curando malati, aiutando le donne incinte e controllando la crescita dei
bambini (controllo peso, consigliare tipo di alimentazione, assegnando gli
alimenti specifici provenienti dalle donazioni). Uno speciale impegno è
stato il recupero dei “bambini di strada” che ad Haiti erano tanti.
Haiti in quel periodo ha subito ben tre colpi di stato e l’embargo
decretato contro i dittatori è stato un crimine (così lo ha definito
Giulia) per la povera gente che lo ha subito interamente, contrariamente
ai ricchi che avena ben altre risorse! .
Giulia è stata ad Haiti fino al 1994. Dopo un breve soggiorno ad
Aidomaggiore, nel 1995 è partita per l’Uruguay sotto l’egida del COMI.
Per nove mesi ha prestato la sua opera aiutando un medico che curava
esclusivamente poveri nell’ambulatorio delle Suore Spagnole.
Nel 1997 è ritornata per un anno in Uruguay dove con le Cooperatrici
Oblate Missionarie dell’Immacolata ha svolto soprattutto attività
pastorale senza tralasciare, comunque, quando c’era necessità di dare
una mano nel campo sanitario.
Giulia, che da un pò non fa di questi viaggi, mi ha raccontato molte cose
accompagnando i suoi ricordi da tante foto dell’Africa e dell’America
centrale. Alcune di queste foto le ho incluse (clicca per ingrandirle)
in questa pagina per dare un’idea di quello che con queste righe non sono
stato in grado di raccontare. Sono certo che tutti gli Aidomaggioresi
apprezzano e ringraziano Giulia per quanto ha fatto in
favore dei bisognosi.
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