AIDOMAGGIORE.Quello dell'agricoltura biologica è un fenomeno in piena
espansione in Sardegna. Congiuntamente alla Sicilia l'isola dispone di
una superficie agricola utilizzata pari al 13,5% della superficie
biologica nazionale. Di questa superficie una percentuale
considerevole è investita a foraggio, l'elemento principe
dell'alimentazione nell'ambito della zootecnia. D'altra parte le
colture estensive costituiscono la parte preponderante dell'offerta
biologica nazionale e nella nostra regione i metodi biologici si
stanno proponendo come una realtà interessante seppure di recente
diffusione (almeno in Italia). Infatti i consumatori sono sempre più
attratti dai prodotti ottenuti con metodi naturali, una tendenza che
la crisi della mucca pazza e della diossima nei polli hanno
contribuito ad accrescere. Per il momento anche le imprese zootecniche
dell'Oristanese sembrano in linea di massima allineate sull'indirizzo
generale avendo convertito al sistema ecocompatibile le sole colture
foraggere. Ma l'orientamento di mercato, dimostra di gradire sempre
più le produzioni ottenute con l'applicazione dei sistemi a basso
impatto ambientale, spingerebbe gli allevatori verso l'integrale
adesione alla filosofia della biodiversità propugnata dalla Unione
europea a favore di uno sviluppo rurale ecosostenibile. Attorno al
mondo biologico si sviluppano numerose attività collaterali, come
quella promozionale-informativa condotta sul territorio della
provincia dall'associazione Arpa-Aiab Sardegna Onlus. Il primo
semestre del '99, ad esempio, era stato caratterizzato da un'intensa
campagna tesa a promuovere, attraverso la partecipazione a fiere e
sagre, sia fra i produttori agro-zootecnici sia fra i consumatori i
principi dello sviluppo sulla base di un corretto rapporto fra uomo,
territorio e attività produttive. Un settore, quello della
biodiversità, che potrebbe entrare di forza tra le nuove realtà del
terzo millennio. (m.a.c.)