La tosatura del bestiame rappresentava, in un passato di cinquant'anni
fa, "sa festa de sos pastores", un momento in cui i pastori
si riunivano per svolgere una delle consuete attività che facevano
parte di un mestiere tanto duro e difficile, che offriva però
l'occasione di vivere una giornata diversa, all'insegna della
convivialità con coloro che condividevano la stessa vita e le stesse
preoccupazioni. Lo ricorda così anche Luigino Atzori, un allevatore
settantenne che racconta le sue esperienze dell'epoca con velata
nostalgia: «Nella sostanza i cambiamenti che riguardano questa
tradizione non sono notevoli. Ma certo è che la partecipazione ed il
coinvolgimento a quella che per noi era una vera e propria festa, non
avevano paragoni col presente. Dopo il lavoro, non era raro
trascorrere il resto della giornata sino alle prime luci dell'alba del
giorno successivo, cantando e banchettando». Luigino Atzori
appartiene alla vecchia guardia ancorata alle tradizioni più antiche.
Utilizzerà i ferri che possiede da oltre 25 anni, appena ritirati
dall'arrotino, per effettuare la tosatura del proprio gregge, ormai
prossima: «Certe tradizioni si dovrebbero tramandare intatte, in modo
tale che i nostri figli e nipoti sappiano come si svolgeva il lavoro
di un tempo», dice a mo' di monito. (m.a.c.)