AIDOMAGGIORE. Il minuscolo centro abitato incuneato in una gola
        dell'altipiano del Guilcer, rappresenta l'ultimo baluardo
        dell'artigianato, depositario di una tradizione di lungo corso. Una
        straordinaria risorsa che s'intende preservare attraverso il recupero e
        la valorizzazione di usi, costumi, e cultura, ovverossia l'humus da cui
        ha origine. Un patrimonio cui, al contempo, si spera di far varcare i
        confini di questo territorio. Un viatico utile al perseguimento della
        meta? L'esposizione di prodotti tipici della tradizione enogastronomica
        e artigianale curata dall'associazione turistica Pro loco. Almeno tali
        sono le aspettative che gli organizzatori ripongono sull'interessante
        vetrina, una sorta di riflettore puntato sul mondo della locale
        produzione agroalimentare e sui prodotti della cosiddetta "arte
        manuale". Un proscenio sul quale, a partire da questa sera alle 19
        e per i prossimi dieci giorni, passerà in rassegna uno spaccato della
        realtà economica, della cultura e, in particolare, delle tradizioni
        nostrane che vantano radici antiche. A dispetto di una scarsa popolosità,
        poco più di 500 abitanti, Aidomaggiore è una vera e propria fucina di
        artigiani: l'estro creativo e le mani esperte e di tanti uomini e donne
        riescono a dare forma a lavorazioni di notevole pregio artistico. Fra i
        padiglioni allestiti nelle sale del Centro di aggregazione sociale
        troverà dunque spazio un coreografico assortimento di suppellettili
        ornamentali e di utensili: dai manufatti tessili e le creazioni
        realizzate all'uncinetto, agli oggetti in legno intarsiato; dai cestini
        in giunco a quelli intessuti utilizzando i"pittighes e canna",
        rami di olivastro e canne, fino alle sculture in pietra e agli oggetti
        di ferro battuto. I prodotti caserecci occuperanno uno spazio
        altrettanto importante negli stand, dove sarà data visibilità alla
        grande varietà dell'enogastronomia, con i genuini caciocavallo,
        pecorino, provolone, miele, i caratteristici dolci di mandorle, e il
        mirto. Le stesse armi, cioè, che saranno messe in campo questa sera per
        affrontare la prova del fuoco, dopo i buoni risultati ottenuti nel corso
        della prima edizione andata in archivio lo scorso anno. Maria Antonietta
        Cossu