AIDOMAGGIORE. L'altra faccia della medaglia: ovvero un piccolo mondo
antico che rischia l'estinzione. L'artigianato qui ha un passato di
tutto rispetto e un presente di pari rilievo, ma è minato da un
futuro oltremodo incerto. Sono sempre meno, infatti, coloro che
nutrono o vogliono coltivare la passione per l'arte tessile,
dell'intaglio, dell'intreccio o della lavorazione della pietra.
Attività che in un piccolo borgo come questo vengono condotte più
per diletto che per mero tornaconto economico, e che in genere oggi
trovano raramente fra i giovani l'humus ideale in cui attecchire o
tornare a fiorire. «Un po' alla volta gli artigiani del legno stanno
scomparendo», sostiene Luigi Putzulu, pensionato di 69 anni, che è
forse considerato come l'ultimo portabandiera dell'arte
dell'incisione. «Tra i giovani _ spiega _ non c'è interesse a
perpetuare questa tradizione. Anche perché il valore economico di
questi lavori non viene adeguatamente riconosciuto, nonostante siano
molto apprezzati. E la sola gratificazione personale poteva bastare un
tempo, quando si viveva con poco, ma non oggi». Sul fronte del lavoro
manuale, quello indicato come tipicamente femminile, Lussoria
Barranca, una casalinga che riversa grossa dose della sua pazienza
certosina nell'elaborazione dei cesti di rafia e giunchi utilizzati
per fini decorativi o come vassoi per il pane o i dolci, è della
stessa opinione: «Gli interessi e gli stimoli dei giovani non
corrispondono alla necessità di conservare e soprattutto continuare
questo tipo di tradizione, che oggi è demandata soltanto agli anziani
del paese.» E domani?(m.a.c.)