SEDILO.
Due uomini in mimetica che trascinano di peso qualcosa o
qualcuno: ce n’è abbastanza per suscitare l’attenzione dei
passanti, in un periodo in cui è ancora troppo fresca la piaga
dei sequestri di persona. Qualcuno si allarma e avvisa i
carabinieri. Scatta il piano di emergenza, ma alla fine si
rivelerà ingiustificato. Falso allarme: il secondo in pochi
mesi nella zona di Sedilo. Quando i carabinieri hano
ricevuto la notizia hanno pensato subito a Titti Pinna,
l’allevatore di Bonorva sequestrato nel settembre dello scorso
anno. Nonostante le ricerche, gli appelli, la mobilitazione
popolare, nessun passo avanti è stato fatto in questi mesi. La
segnalazione poteva nascondere la svolta. Una donna, alla guida
di un’auto, ha notato qualche minuto prima delle 16 tre
persone sospette che stavano camminavano in modo anomalo tra la
vegetazione che si affaccia sulla statale 131 (diramazione
Nuoro) sul versante che si affaccia al santuario di San
Costantino. «Ci sono due uomini, vestiti con una tuta
verde militare - ha detto la donna al centralinista dei
carabinieri di Ghilarza - che stanno trascinando a forza una
terza persona». Il comandante della Compagnia, il
capitano Fabio Di Martino, ha inviato nella zona gli uomini del
nucleo radiomobile che hanno cominciato le ricerche. Vicino a
Sedilo è stato sistemato anche un posto di blocco. La
segnalazione è arrivata anche alla sala operativa della
questura di Oristano che ha fatto scattare immediatamente un
piano di emergenza. Da Oristano sono partite alla volta di
Sedilo, a sirene spiegate tutte le auto disponibili, quelle
della mobile, del servizio volanti, comprese le pattuglie della
polizia stradale che incrociavano sulla zona. Dal settimo
reparto volo del centro di addestramento del Caip di Abbasanta
si è levato in volo anche un Ab 212, che ha iniziato a
perlustrare le campagne che si affacciano sulla vallata di Santu
Antine. Le ricerche sono andate avanti per alcune ore. Gli
agenti hanno setacciato in lungo e in largo anche una ampia zona
tra i territori di Sedilo e Aidomaggiore, ma nonostante
l’impegno nessuno è riuscito ad intercettare le tre persone
che aveva intravisto l’automobilista. L’allarme è
rientrato quando nella zona è calata l’oscurità. È la
seconda volta nel giro di poco alcuni mese che la vallata di
Santu Antine viene setacciata da polizia e carabinieri alla
ricerca di Titti Pinna. Il precedente episodio era avvenuto alla
fine dello scorso novembre. Allora fu una telefonata anonima a
far scattare l’allarme. Era giunta verso le 21 di venerdì
alla sala operativa dei carabinieri di Ghilarza: «Sappiamo che
l’allevatore rapito a Bonorva si trova nelle campagne di
Sedilo», aveva detto lo sconosciuto al militare di turno al
centralino. All’alba, da Ghilarza era scattata la vasta
operazione che si era conclusa purtroppo senza esito. (ha
collaborato Elia Sanna) - Roberto Petretto