12/02/07 - LA NUOVA SARDEGNA - Carnevale, un fiume di maschere

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Carnevale, un fiume di maschere

La Nuova Sardegna — 12 febbraio 2007   pagina 15   sezione: NAZIONALE

 CAGLIARI. Prima il carnevale dei bambini con i clowns che sono stati anche attori del film Pagliacci di Zeffirelli (I Colombaioni), poi quello dei grandi con le maschere giunte da tutti i paesi dell’isola che hanno una tradizione da tramandare. Un carnevale mai visto quello cagliaritano dell’edizione 2007, una sorta di sagra della festa d’inverno con tutti i suoi riti nascosti dal grande impatto visivo della maschera. Il raduno è avvenuto con puntualità: alle 18 nel largo Carlo Felice si sono concentrati i gruppi provenienti dai paesi dell’interno. Ha aperto la sfilata la maschera sarda più conosciuta, i Mamuthones di Oliena, ma c’erano anche tutte le altre e per moltissimi è stata un’occasione di vedere costumi di cui in qualche caso non si conosceva neppure l’esistenza. C’erano 22 paesi rappresentanti, da Orotelli a Neoneli, da Samugheo a Ulatirso e poi Fonni, Tonara, Sarule, Ortueri, Aidomaggiore, Ollolai, Ottana, Gavoi, Orani, Oniferi, Aritzo, Lodè, Sinnai, Austis, Lodine, Olzai, tutti con una maschera di origine preistorica che raccontano la passione e la morte di Dioniso Mainoles, il cui nome in Sardegna è diventato Maimone, che ormai indica genericamente tutte le maschere.  Il carnevale nei diversi paesi sardi è stato studiato con attenzione dagli antropologi perché rivela miti e rituali ormai scomparsi nelle abitudini festive.  In serata, tra via Roma e il largo è stata la festa del ballo popolare con tutti gli strumenti storici.  Cagliari capitale ha scelto le maschere etniche per celebrare una tradizione suggestiva e arcaica, ma domenica 18 e martedì 20, le manifestazioni organizzate dai gruppi in collaborazione col Comune si dedicheranno alla tradizione locale delle maschere degli antichi lavori urbani, anche questo è un appuntamento unico cui i cagliaritani doc sono particolarmente legati.  La panettiera, il pescivendolo, l’arrotino, il dottore che visitava i poveri, i ragazzini che trasportavano le ceste con la spesa fatta al mercato dai signori e dai borghesi di Castello e via elencando la storia minore ormai cancellata dalla modernità fanno parte dei ricordi di tutti i cagliaritani. Domenica alle 17 ci sarà la sfilata organizzata dal Dopolavoro ferroviario e dai gruppi Senza Confini (Marina), AVCq (Villaggio Pescatori), Aspis di Pirri, con la immancabile rantantira: il percorso dei carri allegorici partirà da piazza Matteotti, dove tornerà dove aver attraversato il Largo Carlo Felice, via Manno, via Garibaldi, via Sonnino e di nuovo, appunto, piazza Matteotti.  Il giorno di martedì grasso nel quale il carnevale viene salutato al prossimo anno, si comincia alle 18 in via del Cammino Nuovo e dopo la sfilata di maschere e carri ci sarà il tradizionale rogo di Canciofali, re del carnevale cagliaritano, e i fuochi d’artificio.

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