CAGLIARI.
                Prima il carnevale dei bambini con i clowns che sono stati anche
                attori del film Pagliacci di Zeffirelli (I Colombaioni), poi
                quello dei grandi con le maschere giunte da tutti i paesi
                dell’isola che hanno una tradizione da tramandare. Un
                carnevale mai visto quello cagliaritano dell’edizione 2007,
                una sorta di sagra della festa d’inverno con tutti i suoi riti
                nascosti dal grande impatto visivo della maschera. Il
                raduno è avvenuto con puntualità: alle 18 nel largo Carlo
                Felice si sono concentrati i gruppi provenienti dai paesi
                dell’interno. Ha aperto la sfilata la maschera sarda più
                conosciuta, i Mamuthones di Oliena, ma c’erano anche tutte le
                altre e per moltissimi è stata un’occasione di vedere costumi
                di cui in qualche caso non si conosceva neppure l’esistenza.
                C’erano 22 paesi rappresentanti, da Orotelli a Neoneli, da
                Samugheo a Ulatirso e poi Fonni, Tonara, Sarule, Ortueri,
                Aidomaggiore, Ollolai, Ottana, Gavoi, Orani, Oniferi, Aritzo,
                Lodè, Sinnai, Austis, Lodine, Olzai, tutti con una maschera di
                origine preistorica che raccontano la passione e la morte di
                Dioniso Mainoles, il cui nome in Sardegna è diventato Maimone,
                che ormai indica genericamente tutte le maschere.  Il
                carnevale nei diversi paesi sardi è stato studiato con
                attenzione dagli antropologi perché rivela miti e rituali ormai
                scomparsi nelle abitudini festive.  In serata, tra via Roma
                e il largo è stata la festa del ballo popolare con tutti gli
                strumenti storici.  Cagliari capitale ha scelto le maschere
                etniche per celebrare una tradizione suggestiva e arcaica, ma
                domenica 18 e martedì 20, le manifestazioni organizzate dai
                gruppi in collaborazione col Comune si dedicheranno alla
                tradizione locale delle maschere degli antichi lavori urbani,
                anche questo è un appuntamento unico cui i cagliaritani doc
                sono particolarmente legati.  La panettiera, il
                pescivendolo, l’arrotino, il dottore che visitava i poveri, i
                ragazzini che trasportavano le ceste con la spesa fatta al
                mercato dai signori e dai borghesi di Castello e via elencando
                la storia minore ormai cancellata dalla modernità fanno parte
                dei ricordi di tutti i cagliaritani. Domenica alle 17 ci sarà
                la sfilata organizzata dal Dopolavoro ferroviario e dai gruppi
                Senza Confini (Marina), AVCq (Villaggio Pescatori), Aspis di
                Pirri, con la immancabile rantantira: il percorso dei carri
                allegorici partirà da piazza Matteotti, dove tornerà dove aver
                attraversato il Largo Carlo Felice, via Manno, via Garibaldi,
                via Sonnino e di nuovo, appunto, piazza Matteotti.  Il
                giorno di martedì grasso nel quale il carnevale viene salutato
                al prossimo anno, si comincia alle 18 in via del Cammino Nuovo e
                dopo la sfilata di maschere e carri ci sarà il tradizionale
                rogo di Canciofali, re del carnevale cagliaritano, e i fuochi
                d’artificio.