NUORO.
È iniziata la campagna contro i defogliatori. La Provincia, con
la collaborazione dell’Università di Sassari e Nuoro, ha
predisposto un dettagliato piano degli interventi fitosanitari,
in modo da salvaguardare le sugherete, utilizzando il mezzo
aereo ad ala fissa per irrorare il prodotto. Il programma è
ripreso dopo un anno di sospensione, sollecitato dalla provincia
e dall’ateneo turritano. Per il 2007 l’assessorato regionale
all’Ambiente ha stanziato 1,2 milioni di euro, che saranno
spesi per la protezione di 20.000 ettari, fra i più esposti ai
danni. I trattamenti hanno preso l’avvio dal territorio di
Samugheo ed ora proseguono verso gli altipiani di Buddusò e
Orune. Gli uomini impiegati sono quelli del Corpo e
dell’ente Forestale, dei centri antinsetti delle Province.
Provincia di Nuoro si opererà tra Orotelli, Oniferi e Orune,
poi nei territori di Ortueri, Sorgono, Sindia, Samugheo, Busachi
e Neoneli. In provincia di Oristano: dal Barigadu ad Abbasanta,
Norbello e Aidomaggiore. Provincia di Sassari: 2000 ettari nel
Goceano. A Tempio-Olbia: altipiano di Buddusò, Berchidda, Monti
e Calangianus. Medio Campidano: altipiano della Giara. L’area
maggiormente interessata, comunque, è quella del Nuorese.
L’industria di trasformazione del sughero realizza un
fatturato annuo di 125 milioni di euro. Nelle 130 aziende sono
impegnati circa 2.600 addetti, di cui 1.600 in pianta stabile.
L’industria sugheriera sarda trasforma oltre il doppio della
materia prodotta nell’isola. In media 10.000 tonnellate
all’anno. Valore che rappresenta solo il 3% della produzione
mondiale, mentre il ricorso alle importazioni di sughero
naturale consente di coprire il il 7-8% del mercato mondiale del
tappo. «Il modello bosco a sughera - precisa
l’assessore provinciale all’Ambiente Rocco Celentano -
costituisce l’obiettivo fondamentale in seno al piano
sughericolo della provincia di Nuoro, in quanto punta a un
incremento dell’occupazione riferito alle professioni di
conduzione e lavorazione del bosco e alla nascita di piccole
aziende, condotte anche da cooperative di giovani. Si calcola
che un’azienda di 30 ettari, a regime, può dare un reddito
pari a circa 30.000 euro all’anno. Si tratta, dunque, di una
grossa risorsa che ha un ruolo fondamentale nella
desertificazione». (a.b.)