19/02/08 - LA NUOVA SARDEGNA - Cassonetti stracolmi: emergenza rifiuti. Si salva soltanto il centro storico.

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Asce, intreccio e casizzolu: sei paesi puntano sui vecchi mestieri

la Nuova Sardegna — 29 febbraio 2008   pagina 06   sezione: ORISTANO

 SODDÌ. Salvaguardare e rivitalizzare il patrimonio etno-culturale espressione di alcuni tradizionali settori dell’artigianato prossimi al tramonto equivale a offrire ai territori economicamente sofferenti un’occasione irripetibile di mettere in luce le risorse immateriali, intrinseche dell’arte manuale, in vettori di crescita economica concepita su piccola scala.
 Da questo assioma scaturisce l’iniziativa istituzionale promossa sul territorio sardo con l’intento di recuperare una larga griglia di attività artigianali tipiche, molte delle quali in disuso. Le azioni da perseguire debbono rispondere al duplice obiettivo di tramandare alle nuove generazioni quelle conoscenze e competenze preservate ormai da pochi depositari e di produrre delle effettive ricadute sul tessuto produttivo delle realtà identificate come “scrigni” di antiche professionalità. Il richiamo al recupero dei valori della tradizione, con possibili risvolti di carattere economico, ha fatto breccia in molte amministrazioni della zona.
 Così diversi Comuni si sono consociati nell’intento di tradurre le indicazioni e le finalità contemplate dal bando regionale (in scadenza oggi) in un progetto organico teso a incentivare lo sviluppo del territorio esaltando le sue peculiarità. Per sei paesi del Guilcer questa amalgama di azioni e obiettivi trova la sintesi perfetta nello sfruttamento a fini turistici del bacino imbrifero dell’Omodeo, nella rivalutazione dell’artigianato artistico e nella promozione delle tipicità agro-alimentari con la prospettiva di inserirli in mercati di nicchia.
 All’iniziativa partecipano il Comune di Soddì - sostenitore dell’idea più originale tra quelle proposte dal partenariato - Ghilarza, Sedilo, Aidomaggiore, Tadasuni e Boroneddu. Tre sono le tipologie di artigianato locale da rivalutare nell’ottica di conservare la memoria storica e attingere da essa concrete opportunità occupazionali: la figura del maestro d’ascia, il maestro del lavoro a intreccio e il casaro specializzato nella produzione del tipico Casizzolu.
 La prima scelta è compatibile con la finalità di dare impulso al turismo sfruttando il lago. Del resto è proprio nella prospettiva di potenziare l’offerta turistica che svariati paesi si stanno attrezzando: è il caso della stessa Soddì, che ha realizzato un imbarcadero per l’attracco dei battelli. O del Comune di Aidomaggiore, che costruirà un porticciolo sulla sponda sinistra dell’Omodeo.
 Questo Comune vanta anche la paternità dell’idea che ruota attorno all’arte dell’intreccio (cestineria), cui si aggiunge la proposta di Sedilo inerente alla lavorazione del Casizzolu. Il programma fa perno principalmente sull’istituzione di botteghe-scuola, ideate per facilitare l’approccio dei giovani a realtà che rischiano di scomparire. Il massimale previsto per ogni soggetto proponente ammesso ai contributi è di 100mila euro.
Maria Antonietta Cossu


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