04/12/08 - LA NUOVA SARDEGNA - Macomer, la nuova raccolta di versi del pastore poeta Murgia.

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Macomer, la nuova raccolta di versi del pastore poeta Murgia

la Nuova Sardegna — 04 dicembre 2008   pagina 07   sezione: ORISTANO

  MACOMER. «La poesia è un dono di natura. Ereditario, direi. Così è stato anche per me. Mio padre era un improvvisatore: non un poeta. Non chiamatemi poeta: poeta è una parola troppo importante per uno che ha la quarta elementare come me. Dante era un poeta. Io sono solo un improvvisatore che ha la quarta elementare». Si presenta così Salvatore Murgia Niola, Macomerese da oltre quattrocento anni, ma di mamma di Aidomaggiore, come tiene a precisare. Macomer, è la città che ha dato i natali al vate cieco: Melchiorre Murenu. Ma anche Aidomaggiore ha avuto i suoi poeti. Salvatore Murgia è così. Grande di sentimenti e capacità espressive, grande nell’umiltà. Bisogna faticare parecchio per farlo parlare di sé e dei suoi componimenti, apprezzati e premiati in tutta la Sardegna. Salvatore Sechi, nella prefazione del secondo libro, ancora inedito, di Murgia, scrive: «Non sempre il tempo inaridisce l’ispirazione poetica. Anzi, in Murgia pare l’esatto contrario. Dopo sei anni dalla comparsa del primo libro del Poeta-Pastore di Macomer, la sua vena poetica sembra rinvigorita e affinata e il suo vocabolario arricchito». Salvatore Murgia Niola, classe 1933, una vita trascorsa in campagna a lavorare come “Massajiu” e pastore, ricorda perfettamente gli anni della sua infanzia.  «Avevo meno di dieci anni - dice - quando una zia che si dilettava a scrivere, mi regalò il primo quaderno: uno di quelli che si usavano in quinta elementare, con le righe e la copertina nera. Li sopra ho cominciato a scrivere i miei primi componimenti. Le rime fluivano libere e spontanee e io le carpivo dai “grandi”, che improvvisavano dovunque: sulla groppa del cavallo e durante la mietitura, o la vendemmia. Noi ragazzi, quando ci trovavamo da soli in campagna, giocavamo a fare gli improvvisatori e cantavamo le nostre rime». «Erano tempi duri: eravamo in piena seconda guerra mondiale. Andare a scuola era un lusso riservato a pochi. Dovevamo lavorare per vivere. Di fronte alla caserma Bechi Luserna la mia famiglia gestiva un tancato. Si tagliava il fieno da vendere all’Esercito». Ricordi lontani nel tempo, vicinissimi nella memoria. Frinas (Brezza leggera, che accompagna l’amore), è il titolo della prima raccolta di poesie di Murgia, è semplicemente stupendo. - Piero Marongiu

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