un'antichissima tradizione di AIDOMAGGIORE della quale rimane soltanto il ricordo e qualche immagine

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             S’Iscala de Sant’Jorzi

    La Scala di San Giorgio – “Sos Fumentos”
di Giovanni Battista Piras                               con la collaborazione di Mario Atzori per la stesura del testo

Sull’altipiano di Aidomaggiore, a breve distanza dal bivio di “Brubare Oes”, in una strada di campagna, oggi transitata solo da bestiame, si può osservare il rudere di un altarino eretto sicuramente in tempi molto lontani; serviva, e, in qualche caso, ancora oggi, serve alla guaritrice, (quasi sempre, una donna anziana) per il culto de “su fumentu”, con il quale, cerca di guarire i soggetti che a lei si rivolgono.
Questa pratica antica, de “su Fumentu”, veniva considerata il più efficace rimedio contro qualsiasi disturbo o malattia, reale o immaginaria, quali i soggetti malati di esaurimento nervoso, colpiti dal malocchio, paure violente e improvvise e altri disturbi più o meno gravi.

Il piccolo monumento, legato alla leggenda; gli Antichi hanno voluto dedicarlo a San Giorgio, martire a Nicodemia (303), era costituito da due muretti a secco, uno di fronte all’altro, con rispettivi armadi, messo assieme con pietre lavorate, venne demolito dopo il 1940, da alcuni ragazzini, chierichetti, mandati sul posto dal parroco del nostro paese. Gran parte del materiale è stato disperso, ma il culto rimase.
Sin da bambino, frequentavo questa zona, essendo i miei genitori proprietari di un piccolo fondo rustico, (su Tuvu), che si trova nei dintorni, e, spesso senza volerlo, potevo vedere quanto si svolgeva nei pressi dell’altarino.
La maggior parte dei pazienti veniva dai paesi vicini; ogni soggetto da guarire, doveva lasciare sul posto un piccolo pegno: oltre al fuoco acceso per bruciare una ciocca di capelli, restavano pettinini, forcine per capelli, e, monete da cinque e da dieci centesimi. (Negli anni ’70 notavo monete anche da cento lire). I pazienti, comunque, ritornavano a casa fiduciosi e quasi certi della loro guarigione.
Ricordo, che, la mamma non si stancava mai con le solite avvertenze: non toccare nulla, passare alla massima distanza possibile e accelerare il passo. Tutto questo, per non incorrere nel pericolo di restare colpiti dagli influssi malefici dove altri si erano liberati.
Per quanto riguarda le monete, noi ragazzi del posto non toccavamo nulla, così, per mesi, restavano lì; ma, quando capitava un soggetto senza scrupoli, le monete sparivano per una nuova destinazione.
                                                                                                                                                   Giovanni Battista Piras

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