Aidomaggiore è un centro agro-pastorale collocato in un
avallamento sotto l'altopiano di Abbasanta. Riparato dai venti
e circondato da maestosi boschi, si erge a 250 metri sul livello
del mare in un territorio molto fertile.
Il nome del paese deriva dalla sua posizione geografica. "Aidumajore"
significa "guado maggiore" o "passaggio principale"
ed indica il passaggio obbligato e di transito tra l'altopiano
ghilarzese e il Barigadu.
I primi insediamenti del paese devono esser fatti presumibilmente
risalire al 1015 - 1016 d. C. quando un primo gruppo di pastori,
forse appartenenti ai villagi nuragici di Sanilo e Sa Bastia,
decisero di spostarsi nella conca sotto l'altopiano di Abbasanta,
presumibilmente atratti dal riparo naturale offerto dalle colline
circostanti. A questi gruppi si aggiunsero, intorno al 1400, gli
abitanti superstiti dell'antica villa giudicale di Ruinas flagellata
dalla peste nera, costretti alla ricerca di un luogo più
salubre.
Durante il Medioevo Aidomaggiore appartenne alla Curatoria del
Guilcer del Regno o "giudicato" di Arborea proprio al
confine col Regno di Torres tanto che ancora oggi parte del territorio
del comune di Aidomaggiore viene chiamato Monte Arboree. Fu menzionato
col nome di "Aidu" (porta, passaggio) nel trattato di
pace del 1388 stipulato tra la casa d'Aragona e la Corona De Logu
del Regno di Arborea. Le testimonianze storiche risalenti all'epoca
medievale consistono soprattutto in resti di carattere religioso
che più di altri, viste le cure prestate dai fedeli, hanno
retto al logorio del tempo.
Verso la fine del 700 anche Aidomaggiore ebbe i suoi proprietari
terrieri che, nello stesso periodo, Giovanni Maria Angioy non
si stancava di combattere. Tra questi ricordiamo i Pitzalis, Marras,
Vidili e Sanna. A questo riguardo è degna di nota la costruzione
- nella prima metà dell'800 - di un palazzo a due piani
che troneggiava sulle modeste case del paese. Il proprietario
era Don Bachisio Pitzalis che sposò la Dama di Corte Donna
Mariantonia Natter Satta. Per questo motivo gli aidomaggioresi
chiamano ancora oggi quel palazzo "su palazzu 'e sa dama",
ossia, il palazzo della dama. La popolazione di Aidomaggiore si
aggirava allora intorno alle 1500 unità che abitava un
paese povero, totalmente privo di qualsiasi forma organizzazione
sociale e scevro delle infrastrutture necessarie. Queste saranno
costruite solo all'inizio del XX secolo.
Nel 900 il signor Luigi Sanna lasciò al Comune il palazzo
dove ha sede il Municipio e la casa in cui abita il parroco del
paese. Giuseppe Sotgiu, nel periodo in cui fu sindaco, realizzò
la fontana, con annesso lavatoio, di "Cortejosso". Quest'opera,
insieme alla fontana di "Binzale" e al pozzo di "Cortesusu"
garantì ad Aidomaggiore una quantità illimitata
di acqua potabile. L'amministrazione comunale guidata dal signor
Francesco Michele Spada realizzò la tettoia nel lavatoio
di "Cortejosso", la selciatura di tutte le vie del paese,
un chiuso comunale per la vaccinazione del bestiame e la strada
Aidomaggiore-Ispinedu. Nel 1912 il comune realizzò il nuovo
campanile nonché la ristrutturazione della Chiesa di Santa
Maria delle Palme. Nel 1916 fu realizzata la fontana di "Binzecaddu"
con annesso abbeveratoio per il bestiame. Nel 1925 fu rapita e
assassinata la dodicenne Vanda Serra figlia del Podestà
di Aidomaggiore; per lei fu richiesto un riscatto di 30 mila lire.
L'illuminazione elettrica pubblica fu realizzata nel 1934 e negli
anni che vanno fra il 1935 - 36 fu realizzato il caseggiato per
le scuole elementari e medie dove prima c'era la chiesa di San
Giorgio con annesso cimitero.
Il 1953 vide la realizzazione della strada carrozabile per Borore
e per la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, mentre il 1955 vide
l'inizio dei lavori del caseggiato dell'asilo che sarà
portato a termine solo otto anni dopo. Negli anni 60 si realizzò
la rete idrica del paese e negli anni che vanno dal 1966 al 1974
la bitumazione, la cementificazione e l'asfalto delle vie.
Negli anni successivi furono realizzate le seguenti opere:
* Un moderno impianto di illuminazione pubblica;
* La trivellazione di alcuni pozzi artesiani che risolsero completamente
il problema dell’approvvigionamento idrico;
* La realizzazione del “piano di zona” che diede la
possibilità a molti giovani di costruirsi la casa;
* La realizzazione, a cura di un comitato spontaneo di cittadini,
dei ripetitori televisivi (prima del 1979 i programmi RAI si vedevano
molto male essendo Aidomaggiore in zona d’ombra; con i ripetitori
non si risolse soltanto questo problema ma anche quello della
ricezione delle Emittenti TV private.)
* La realizzazione del campo polivalente di “calcetto”
e la ristrutturazione e illuminazione del campo sportivo;
* L’elettrificazione delle Campagne;
* La sistemazione e anche la costruzione di molte strade di penetrazione
agraria;
* La costruzione del Centro di Aggregazione Sociale,
inaugurato recentemente, ed altre opere che rendono Aidomaggiore,
(che attualmente ha una popolazione ridotta a circa un terzo dei
1500 abitanti del 1800) un centro moderno e funzionale.
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