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Venerdì 4 agosto 2006 a Torregrande c'è stata la sfilata, organizzata per beneficenza dall'UNICEF, delle maschere carnevalesche tipiche.
La Pro Loco di Aidomaggiore ha partecipato con il gruppo dei bambini e ragazzi accompagnati dagli strumenti classici del Carnevale Aidomaggiorese: organetto, triangolo e tamburo, magistralmente suonati dagli stessi ragazzi, presentando le maschere di carnevale del lunedi (bianche a lenzolu), quelle del martedi (in nero), e il nostro costume sardo.
Dagli appunti e foto di Adriano Masia (Presidente della Pro Loco) la cronaca della sfilata e dalla ricerca di Adele Virdis una descrizione delle due maschere.

Il gruppo di Aidomaggiore costituito da una ventina di bambini e accompagnato dai suonatori: Giuseppe Corda e Paolo Virdis all'organetto, Angelo Medde al tamburo e Marco Ziulu al triangolo è partito da Aidomaggiore verso le 20 in direzione di Torregrande. L'inizio della sfilata fissato per le ore 22 è slittato a dopo le 23.
Alla sfilata assieme a Aidomaggiose hanno partecipato i gruppi di Oristano con i Tamburini, Ottana, Aritzo, Ortueri, Ula Tirso, Busachi, Sedilo e Samugheo.
Il nostro gruppo ha sfilato, al ritmo de sa cointrotza, con delle soste in cui si è anche ballato davanti a un pubblico assai numeroso, che ha apprezzato  con molti applausi e commenti più che positivi.
Dopo la sfilata era prevista la cena, ma vista l'ora tarda (siamo arrivati all'una e mezza in paese con i bambini molto stanchi non tanto dalla sfilata ma sopratutto dall'attesa di questa che sembrava non iniziasse mai) siamo dovuti rientrare, osservando che c'è stata sicuramente qualche difficoltà per quel che riguarda l'organizzazione, come riporta anche un articolo della Nuova Sardegna.
E' stata la prima manifestazione del genere a Torregrande molto apprezzata da tutti. Sicuramente le prossime vedranno ancora più spettatori (erano comunque tantissimi anche in questa prima edizione), più gruppi e ci auguriamo una migliore organizzazione.
 
In queste note di Adele Virdis una descrizione delle maschere presentate:
Caratteristiche di Aidomaggiore sono le cosiddette maschere “a lenzolu”, proprie del lunedì di Carnevale. Sfilano ballando per le vie del paese e in “Su Carrutzu” al ritmo de “Sa Cointrotza”.
La maschera “a lenzolu” è costituita, così come ci dice la parola stessa, da un lenzuolo, rigorosamente bianco, sapientemente drappeggiato intorno al corpo e legato sul capo, in modo da formare una corolla, sotto cui spunta il viso della persona che lo indossa, coperto da una maschera anch’essa bianca, costituita in genere da uno scampolo di lino o  cotone di forma triangolare, cucito a sacchetto, cui vengono praticati i fori per gli occhi.

Altra maschera caratteristica è quella nera del martedì di Carnevale, giorno in cui muore “Zorzi” il re aidomaggiorese del Carnevale, ed è costituita dall’abito tipico delle vedove: la gonna plissettata lunga e nera, “su zippone”( una camicia corta stretta sui fianchi) anch’esso nero, il fazzoletto e lo scialle nero avvolto intorno al capo che scende a ricoprire le spalle.
Durante il periodo carnevalesco spesso è usanza vestirsi alla moda degli antichi, con il tipico costume sardo proprio di Aidomaggiore, che riprende in linea di massima quello degli altri paesi della Sardegna, con una prevalenza di colori scuri.
L’uso del nero nell’ultimo giorno di carnevale trova la sua spiegazione nella disperazione per la morte di “Zorzi”: ecco che ci si veste a lutto.
L’uso del bianco nella giornata del lunedì, possiamo pensare che è sicuramente legato alla purezza. Le fanciulle, infatti, alle calende di febbraio, con le fasi di luna nuova, rendevano omaggio a Giunone, che in questo momento rinnovava la sua perpetua giovinezza ed era invocata con l’epiteto di “Februa” e presiedeva ai riti di purificazione cui i Romani avevano dedicato il mese di febbraio, ed il colore bianco governava tutte le liturgie, simboleggiando la luminosità rinascente, in contrapposizione al grigiore del paesaggio invernale, e che con l’avvento del cristianesimo indica l’ultimo guizzo di allegria sfrenata prima della Quaresima, periodo di penitenza che ci accompagna fino al giorno di Pasqua, quando il bianco vestito della Vergine Maria annuncia la rinascita dell’uomo nuovo.

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