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23 giugno 05 - La magica notte di San Giovanni 

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La sera del 23 Giugno 2005 con la IV Edizione organizzata dalla Pro Loco, Aidomaggiore rivive la magica notte di San Giovanni con la tradizionale accensione de “Sos fogulones de Santu Juanni”, che quest’anno si celebra nell’antico rione di “Mur’e cane”.
L’Associazione Turistica Pro Loco alla fine della serata ha gentilmente offerto un banchetto a base di pecora bollita e libagioni varie ai numerosi presenti.
Nel corso della manifestazione si è proceduto all’accensione dei fuochi, preparati con piccole fascine di piante secche di fave e altre leguminose. I presenti, adempiendo la tradizione, hanno saltato “sos fogulones” e hanno rinnovato il rito del comparatico e si sono recati alle fontane per portare con le antiche brocche “s’abba muda”.  

L’acqua, anticamente, veniva aspersa in tutti gli ambienti della casa per allontanare le negatività e soprattutto pulci e pidocchi, un potere che essa acquisiva solo se attinta e portata a casa senza proferire parola.
E’ stata anche distribuita ai bambini presenti “Sa coccoi de Santu Juanni”, piccola figura femminile di pasta, che secondo la testimonianza degli anziani del paese sembrerebbe ricordare la dea madre.
In questa notte era usanza raccogliere erbe aromatiche, che avevano un potere particolare, si dice che fossero in grado di scacciare ogni malattia e tutte le loro caratteristiche e proprietà erano esaltate alla massima potenza, proprio perché raccolte in questa magica notte.

Le erbe più note che si raccoglievano sono l’iperico o erba di San Giovanni, usata per scacciare gli spiriti maligni, l’issopo, l’elicriso o erba di Santa Maria, usate come deterrente contro gli animaletti ( pulci, zanzare e anche rettili) e pulegio o mentuccia selvatica, per profumare la casa e il vestiario.

In passato la sera del 23 venivano celebrati i vespri con la processione in onore di San Giovanni, durante la quale i fanciulli recavano dei piccoli mazzi di spighe e sa coccoi de Santu Juanni, che avevano un fine propiziatorio per la nuova annata agraria.
Questa notte era legata anche a forme di divinazione, che utilizzavano come base l’acqua. La divinazione più praticata dalle giovani aidomaggioresi verteva sull’indovinare qualcosa sul loro futuro amoroso e matrimoniale. Le ragazze da marito,infatti, la sera della vigilia preparavano un catino d’acqua in cui buttavano da due lati due semi d’orzo, se detti semi si incontravano le nozze erano certe.

                                                          A. Virdis M. Atzori

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