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       Ad
      Aidomaggiore la festa di S. Lucia, che inizia il 12 dicembre con il canto
      dei Vespri in onore della Santa, è esclusivamente religiosa. 
      Anche quest’anno tutto si è svolto secondo la tradizione. Il 13, giorno
      della festa, alle ore 11 è iniziata la processione con la bellissima
      statua lignea di Lucia, portata da quattro confratelli delle varie
      confraternite, nel classico percorso lungo le vie del paese. Subito dopo,
      la S Messa che è stata officiata da Don Porchedda della Parrocchia di S.
      Giovanni evangelista di Oristano e concelebrata da nove sacerdoti venuti
      dai paese della forania. A Don Porchedda è stato affidato il compito di
      una bella ed impegnativa omelia con panegirico della Santa. 
      La festa si è conclusa con il tradizionale rinfresco a base di dolci
      sardi, bibite e vino bianco offerto a tutti i fedeli dalle friorisse
      uscenti de s’impreu di S. Lucia (ndr del quale l'autrice di queste
      note faceva parte assieme a Stefania Muroni, Elvira Piras e Teresa Carta). 
      La devozione verso questa Santa ha radici antiche e Aidomaggiore ha sempre
      onorato e festeggiato Lucia. Io stessa, ricordo un festa molto bella; da
      bambina io e le mie sorelle l’aspettavamo con ansia poiché era una
      delle poche occasioni per vedere le bancarelle dei “torronai” e
      soprattutto dei giocattoli, che sostavano sotto la bellissima pianta di
      olmo che c’era al centro della Piazza Parrocchia   (l’aspetto religioso,
      passava sicuramente in secondo piano!). 
      I miei genitori ricordano che da bambini una delle grandi attrazioni della
      festa erano il tiro a segno e il gioco dei dadi che loro chiamavano “a
      su pibiri pibiri”. 
      Anticamente si faceva una grandissima festa e nei ricordi dei nostri
      anziani si avverte una nota di nostalgia per quei tempi passati. Narrano
      che la fede, la devozione e l’amicizia caratterizzavano i giorni del 12,
      13 e 14 dicembre (quest’ultimo giorno di “S. Lughiedda” festa più
      intima solo per gli Aidomaggioresi). Tutto il paese partecipava alle
      celebrazioni religiose e con sforzi  davvero
      molto grandi, vista l’indigenza dei tempi, offriva ospitalità e
      ristoro, anche per svariati giorni, ai tantissimi fedeli che arrivavano
      dai paesi limitrofi, in particolare da Sedilo. A questo riguardo esiste
      tutta una letteratura di storie divertenti e aneddoti legati a questi
      pellegrini che durante la festa, oltre alla Santa, onoravano, a volte in
      modo esagerato, il buon vino offerto dagli Aidomaggioresi.  |