gli approfondimenti del diario: 16 luglio 08 - perché Aidomaggiore e il 97% circa dei Comuni della Sardegna hanno accettato..

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Il 5 gennaio 1994 è stata promulgata la legge n. 36 meglio conosciuta come "Legge Galli" (clicca per visualizzare il testo completo della legge) che riporta le disposizioni in materia di risorse idriche. L'articolo 1 di questa legge recita testualmente: "Tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà.". Dal contenuto di questo primo articolo è evidente che il discorso "solidarietà" è a totale vantaggio delle popolazioni carenti di acqua mentre le popolazioni come la nostra sono chiaramente danneggiate dal punto di vista economico. Il costo di un metro cubo di acqua a Aidomaggiore è diventato uguale al costo di un metro cubo di acqua a Cagliari. Per cui, rispetto al periodo prima di questa legge, il costo dell'acqua è uguale in tutta la Regione e viene gestito da un solo Ente (Abbanoa) al posto dei tanti Enti che esistevano prima dell'applicabilità di questa legge (Esaf, Govossai, Ente Flumendosa, Comune Aidomaggiore ecc.).

Nel nostro Comune, l'impatto con questa legge è iniziata il giorno 15 febbraio del 2002, quando nella riunione del Consiglio Comunale (clicca per visualizzare la deliberazione), diretto da Costantino Serra, che ha registrato l'assenza dei Consiglieri di minoranza (Atzori Renato, Medde Pasquale, Pinna Salvatore e Vidili Francesco), è stato discusso il punto all'ordine del giorno avente per oggetto: "Servizio Idrico Integrato. Approvazione Statuto Autorità d’Ambito". In quell'occasione è stato deliberato di "non approvare lo Statuto dell’Autorità d’ambito, di cui all’art. 6, della L.R. 17.10.1997,  n° 29" in quanto "... nella bozza di Statuto, è previsto un ambito unico regionale con sede in Cagliari, come si evince dall’art. 3, comma 2" e tale scelta non può essere avvallata dall’Amministrazione Comunale, in considerazione del fatto che appare opportuno un decentramento dell’attività, mediante l’istituzione di n° 4 ambiti dislocati in ciascuna delle Province;

L'iter di "far digerire" la Legge che di fatto ha istituito l'autorità d'ambito (da noi denominata Abbanoa) a tutti i Comuni è continuato e a livello regionale è stata costituita la S.p.A. Uniacquae Sardegna S.p.A. con il compito di gestire, praticamente, il servizio idrico regionale.
A quel punto aderire all'Autorità d'Ambito era diventato un percorso obbligato, perché una Legge dello Stato prescriveva a tutti i Comuni di farne parte. Anche il nostro Comune ha dovuto farne parte sottoscrivendo l'acquisto di 77 azioni del valore nominale di 1 euro che davano e danno diritto  "alla diretta partecipazione al momento gestionale del servizio idrico integrato". Tutto questo è riportato nella deliberazione del Consiglio Comunale n. 28 del 30/9/2004 (clicca per visualizzare) votata dalla Maggioranza, (la Minoranza: Atzori, Medde, Pinna e Vidili non erano presenti) all'unanimità.

L'ultimo atto, a livello di Consiglio Comunale, si è chiuso in data 30/09/06 (clicca per visualizzare la deliberazione) quando è stato deliberato di consegnare all'Autorita d'Ambito Abbanoa S.p.A. (negli anni precedenti aveva sotituito Uniacquae Sardegna S.p.A.) la cessione del possesso di tutti gli impianti idrici. In quell'occasione, come si può rilevare dalla deliberazione di cui sopra, l'adottare questa decisione è stata una "pillola amara" e i Consiglieri Serra e Atzori hanno vivacemente contestato la Legge Galli, cosa che anche il Sindaco Salaris ha condiviso ma ha invitato tutti a votare in quella direzione, essendo un percorso obbligato, anche per non essere esclusi dalla premialità di cui alla delibera C.I.P.E. 13/2006.

La Legge "Galli" non è sbagliata (è una legge fatta per una Nazione e non per un paese) ma è sbagliato è il funzionamento di Abbanoa S.p.A. che prende da tutti e non dà a nessuno. Questa Società è tutt'altro che amata dai Sardi e forse, se verrà approvato il referendum, scomparirà. L'auspicio è che la stessa Abbanoa o, meglio ancora, la società che nascerà sia strutturata in maniera diversa con strutture decentralizzate e quindi più vicine agli utenti e con un servizio operativo più pronto ed efficiente.

La quindicina di Comuni che non hanno aderito ad Abbanoa probabilmente riusciranno nell'intento di "sfasciare Abbanoa" e se ci sarà il referendum la stragrande maggioranza dei Sardi voterà in questa direzione. Questo, comunque, potrà portare, in base alla Legge dello Stato, alla costituzione di una nuova "abbanoa", strutturata si spera diversamente da questa esistente.

 

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