Il 5 gennaio 1994 è stata promulgata la legge n. 36 meglio conosciuta
come "Legge Galli" (clicca
per visualizzare il testo completo della legge) che riporta le
disposizioni in materia di risorse idriche. L'articolo 1 di questa
legge recita testualmente: "Tutte le acque superficiali e
sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono
una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di
solidarietà.". Dal contenuto di questo primo articolo è
evidente che il discorso "solidarietà" è a totale
vantaggio delle popolazioni carenti di acqua mentre le popolazioni
come la nostra sono chiaramente danneggiate dal punto di vista
economico. Il costo di un metro cubo di acqua a Aidomaggiore è
diventato uguale al costo di un metro cubo di acqua a Cagliari. Per
cui, rispetto al periodo prima di questa legge, il costo dell'acqua è
uguale in tutta la Regione e viene gestito da un solo Ente (Abbanoa)
al posto dei tanti Enti che esistevano prima dell'applicabilità di
questa legge (Esaf, Govossai, Ente Flumendosa, Comune Aidomaggiore
ecc.).
Nel nostro Comune, l'impatto con questa legge è iniziata il giorno 15
febbraio del 2002, quando nella riunione del Consiglio Comunale (clicca
per visualizzare la deliberazione),
diretto da Costantino Serra, che ha registrato l'assenza dei
Consiglieri di minoranza (Atzori Renato, Medde Pasquale, Pinna
Salvatore e Vidili Francesco), è stato discusso il punto all'ordine
del giorno avente per oggetto: "Servizio
Idrico Integrato. Approvazione Statuto Autorità d’Ambito".
In
quell'occasione è stato deliberato di "non
approvare lo Statuto dell’Autorità d’ambito, di cui
all’art. 6, della L.R. 17.10.1997,
n° 29" in quanto "...
nella bozza di Statuto, è previsto un ambito unico regionale con sede
in Cagliari, come si evince dall’art. 3, comma 2" e tale
scelta non può essere avvallata dall’Amministrazione Comunale, in
considerazione del fatto che appare opportuno un decentramento
dell’attività, mediante l’istituzione di n° 4 ambiti dislocati
in ciascuna delle Province;
L'iter di "far digerire" la Legge che di fatto ha istituito
l'autorità d'ambito (da noi denominata Abbanoa) a tutti i Comuni è
continuato e a livello regionale è stata costituita la S.p.A.
Uniacquae Sardegna S.p.A. con il compito di gestire, praticamente, il
servizio idrico regionale.
A quel punto aderire all'Autorità d'Ambito era diventato un percorso
obbligato, perché una Legge dello Stato prescriveva a tutti i Comuni
di farne parte. Anche il nostro Comune ha dovuto farne parte
sottoscrivendo l'acquisto di 77 azioni del valore nominale di 1 euro
che davano e danno diritto "alla diretta partecipazione al
momento gestionale del servizio idrico integrato". Tutto questo
è riportato nella deliberazione del Consiglio Comunale n. 28 del
30/9/2004 (clicca per
visualizzare) votata dalla Maggioranza, (la Minoranza: Atzori,
Medde, Pinna e Vidili non erano presenti) all'unanimità.
L'ultimo atto, a livello di Consiglio Comunale, si è chiuso in data
30/09/06 (clicca per
visualizzare la deliberazione) quando è stato deliberato di
consegnare all'Autorita d'Ambito Abbanoa S.p.A. (negli anni precedenti
aveva sotituito Uniacquae Sardegna S.p.A.) la cessione del possesso di
tutti gli impianti idrici. In quell'occasione, come si può rilevare
dalla deliberazione di cui sopra, l'adottare questa decisione è stata
una "pillola amara" e i Consiglieri Serra e Atzori hanno
vivacemente contestato la Legge Galli, cosa che anche il Sindaco
Salaris ha condiviso ma ha invitato tutti a votare in quella
direzione, essendo un percorso obbligato, anche per non essere esclusi
dalla premialità di cui alla delibera C.I.P.E. 13/2006.
La Legge "Galli" non è sbagliata (è una legge fatta per
una Nazione e non per un paese) ma è sbagliato è il funzionamento di
Abbanoa S.p.A. che prende da tutti e non dà a nessuno. Questa
Società è tutt'altro che amata dai Sardi e forse, se verrà
approvato il referendum, scomparirà. L'auspicio è che la stessa
Abbanoa o, meglio ancora, la società che nascerà sia strutturata in
maniera diversa con strutture decentralizzate e quindi più vicine
agli utenti e con un servizio operativo più pronto ed efficiente.
La quindicina di Comuni che non hanno aderito ad Abbanoa probabilmente
riusciranno nell'intento di "sfasciare Abbanoa" e se ci
sarà il referendum la stragrande maggioranza dei Sardi voterà in
questa direzione. Questo, comunque, potrà portare, in base alla Legge
dello Stato, alla costituzione di una nuova "abbanoa",
strutturata si spera diversamente da questa esistente.
|