7aRassegna de “Su Inu Nou”
Aidomaggiore 25/06/2010

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pagina 7^ rassegna

La relazione del sig. Quirico Mura

Questa è la 7ª edizione per I VINI IN CONCORSO a AIDOMAGGIORE, ed io ho avuto l’onore di poter partecipare ininterrottamente dalla prima edizione ad oggi quale componente della giuria nelle commissioni di assaggio, quest’anno per la prima volta partecipo anche come responsabile provinciale dell’ONAV, ho potuto apprezzare l’evoluzione positiva che c’è stata nei vari anni sulla produzione e sulla conservazione dei vini, ho partecipato a diverse degustazioni per vini d’annata, sia qui a Aidomaggiore, negli anni precedenti, che in molti altri paesi della provincia, ricordo con piacere un altro concorso, in un paese del campidano dove viene svolto un concorso simile a questo da 8 anni, ha un anno di anzianità in più rispetto a questo, ho potuto apprezzare l’evoluzione positiva che c’è stata nei vari anni sulla produzione che sulla conservazione dei vini, cosa che è avvenuta anche qui ad Aidomaggiore, perché a fronte un ottimo prodotto, come uva, con qualche eccezione vengono mischiate uve con maturazioni diverse e viene cercato il vitigno internazionale o che ha un nome famoso tralasciando i vecchi vitigni conosciuti dall’antichità come “il nuragus” e pensare che in tutt’Italia c’è la riscoperta e la ricerca per questi vitigni particolari che siano legati al territorio, e indubbiamente il Nuragus è un vitigno legato ad Aidomaggiore ed in questo territorio più di altri matura fino a diventare color oro, uno spettacolo della natura, è un vitigno dalle immense possibilità, oltre a qualche assemblaggio di uve non corretto, dicevo, sorge il problema della produzione eccessiva per pianta, a volte, anche se ci piange il cuore, bisogna diradare i grappoli per pianta, non lasciare più di 1 kilo o di 1 kilo e mezzo di uva per vitigno, oltre a queste cose è stata riscontrata una carenza nella vinificazione e conservazione, probabilmente le botti e i vasi vinari non sono stati disinfettati a dovere ed erano presenti delle muffe, così come i travasi, in alcuni casi sono stati tardivi, il primo travaso và fatto subito dopo la fine della fermentazione, per dividere le fecce grosse dal mosto altrimenti si possono generare odori e sapori sgradevoli, ed è un peccato che dopo tutta la fatica che è stata fatta e dopo che abbiamo raccolto una buona uva, questa venga trasformata in un vino difettoso.

I vini Bianchi erano 20 tutti dell’annata 2009.

La commissione, che ha valutato i Bianchi, era composta da Marco Stuardo, da Giuseppe Carlini, da Antonio Mura e dal sottoscritto

I vini Rossi erano 21 tutti dell’annata 2009.

La commissione, che ha valutato i Rossi era composta da Salvatore Garau, Gino Cintorino, Luciano Deriu, Walter Piras e dal sig. Italo Manca, che non è socio ONAV ma ormai sta partecipando da diversi anni agli assaggi dei vini di Aidomaggiore ed essendo un ottimo assaggiatore, ha anche il titolo di sommelier, anche se qui viene a titolo personale, la Proloco di Aidomaggiore ritiene opportuno invitarlo e noi degustiamo con piacere assieme a Lui.

Essendo il vino fatto per essere consumato ed apprezzato, è logico che sia la degustazione a dare il giudizio più valido sulla sua qualità; essa è in effetti l’unico mezzo che abbiamo per conoscere realmente il vino. La degustazione è il primo vero approccio con l'universo del vino e più specificatamente con ciò che troviamo nel nostro bicchiere.

La degustazione non è solo passione e piacere. Degustare è anche preparazione, attitudine, capacità cognitiva e soprattutto anche comunicazione. Già, perché il piacere del vino è più forte se siamo in grado di comunicarlo a chi ci è vicino, per dividere, anzi, moltiplicare le emozioni, le sensazioni!

Non esistono uomini o donne che non possano diventare assaggiatori con l’esercizio, la pazienza, l’applicazione, la buona volontà, con grande conoscenza, perfetta onestà e soprattutto con lunga esperienza.

 

Diversi pareri valgono meglio di uno solo ed un mezzo per ottenere i migliori risultati consiste di lavorare in gruppo. Il sistema secondo cui il vino viene giudicato da un unico assaggiatore può in effetti essere soggetto ad errori, poiché viene sottoposto al gusto di una sola persona. I pareri concordanti di diversi assaggiatori danno evidentemente maggior sicurezza, a condizione di essere certi del valore dei componenti del gruppo e della omogeneità dello stesso.

Noi, componenti la commissione di AIDOMAGGIORE siamo soci dell’ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) nata ad Asti nel 1951 per iniziativa della Camera di Commercio di Asti.

Le ragioni che hanno determinato la sua nascita vanno ricercate nell'esigenza di rendere disponibile un gruppo di assaggiatori affidabili, perché specificatamente preparati ed esaminati, idonei a svolgere la delicata ed impegnativa funzione dell’assaggio.

All'assaggiatore sono richiesti un complesso di doti naturali, di specifiche conoscenze tecniche ed un addestramento ed allenamento, ai quali si deve ricorrere quando si voglia ottenere un giudizio significativo e completo sulla qualità del vino.

Per diventare "Assaggiatori di Vino" occorre richiedere l'iscrizione all'ONAV, nella classe degli Aspiranti Assaggiatori, versando la quota d’iscrizione stabilita dal Consiglio Nazionale.

Il socio "Aspirante Assaggiatore" deve frequentare un corso apposito, articolato in 18 lezioni teorico-pratiche, per oltre 36 ore; superato l'esame finale, accederà automaticamente alla classe degli "Assaggiatori di Vino", riceverà la patente e sarà inserito nell'Albo Nazionale ONAV. Dopo due anni d’esperienza degustativa condotta con l'ONAV, assumerà la qualifica di "Esperto Assaggiatore" e in tale veste potrà anche entrare a fare parte delle commissioni ministeriali preposte al controllo organolettico dei vini destinati alle DOC E ALLE DOCG .

Com’era il bicchiere e cosa avevamo nel bicchiere quando abbiamo degustato il vino?

Il bicchiere che noi usiamo per degustare i vini è fatto in una forma particolare, per apprezzare meglio ogni sfumatura di profumo e gusto. Deve essere di spessore minimo a forma di calice con uno stelo abbastanza lungo. Tutto questo non corrisponde ad un fatto puramente estetico, ma soprattutto a far risaltare quelle sensazioni che possono influenzare piacevolmente i nostri organi di senso. Basta provare ad assaggiare lo stesso vino con due bicchieri: uno con il bordo grosso e l’altro con il bordo sottile, percepirete due sensazioni differenti di quel vino: grossolana nel primo caso, delicata e piacevole nel secondo.

Cosa avevamo nel bicchiere?

ACQUA

  • Il contenuto medio è dell' 80-85% e costituisce il solvente di tutti gli elementi contenuti. Se però il suo contenuto supera il 90% il vino risultate sarà assai debole.

COLORE

I tre aspetti fondamentali del colore sono:

  • Intensità; (carico, scuro, cupo, chiaro, pallido, debole), la quantità di materia colorante; dovuta a fattori fissi (ambiente pedoclimatico, microclima, terreno, ecc.) e a fattori variabili (piogge, maturazione, lavorazione, ecc.);

 

  • tonalità, lo stato evolutivo, il tipo di sostanze coloranti (pigmenti), l'acidità, l'ossidazione;

 

  • vivacità; (colore acceso o spento),la salute dell'uva, le buone tecniche di lavorazione, una conveniente conservazione.

 

Il colore di un vino si valuta al centro del bicchiere mentre l'eventuale riflesso (tendenza) si riscontra sull'unghia, cioè sulla parte più stretta di liquido che si viene a formare una volta inclinato il bicchiere.

 

Il colore può però essere alterato negativamente dalla presenza di malattie o difetti.

 

Il colore subirà mutazioni anche con la maturazione; ad esempio un vino rosso giovane risulterà con un colore più tendente al violaceo/porpora, vista la sua acidità, per passare al rosso rubino nella sua fase migliore, alla maturazione, mentre con l'invecchiamento l'ossidazione e la fermentazione malolattica il colore tenderà al rosso granato o aranciato.

 

I Flavoni sono invece responsabili del colore dei vini bianchi, ma con la maturazione il colore giallo dorato o ambrato è conferito dall'ossidazione.

 

PROFUMO

·       Il profumo può essere ereditato dal tipo di vitigno; si parlerà in tal caso di AROMI PRIMARI, tipico dell’uva fresca di alcune varietà.

 

·      Gli AROMI SECONDARI, si sviluppano con la fermentazione del vino e contraddistinguono la sua fase giovanile. Sono i profumi marcati da toni di frutta (albicocca, mela, limone, ananas nei vini bianchi; fragola, lampone, ciliegie nei vini rossi), floreali (nei bianchi fiori di campo primaverili e nei rossi fiori colorati come rosa o violetta) e di vegetali freschi. Tendono ad attenuarsi nel tempo.

 

·      Profumi terziari: si sviluppano con l’invecchiamento e spaziano dai toni minerali a quelli speziati (pepe, alloro, timo, basilico), vegetali e frutta secca (mandorle tostate nei bianchi, fichi secchi nei rossi).

 

SAPORE

·       Un vino presenta i sapori fondamentali che comunemente distinguiamo in bocca.

 

·       Il sapore DOLCE è conferito dalla presenza di Glucosio e Fruttosio assieme ad altri.

·       Il sapore MORBIDO, oltre che dagli zuccheri, è conferito dagli Alcoli: glicerina e glicerolo che si formano durante la fermentazione alcolica e conferisce il carattere vellutato combinandosi con gli altri elementi (alcol etilico, pectine,ecc.) che vengono a crearsi durante la fermentazione.

·       Sul piatto dell'equilibrio di un vino troviamo contrapposta alla morbidezza l'acidità: il sapore ACIDO è conferito dalla presenza di acidi sia propri delle:

Ä  
UVE

·             - tartarico,  che  conferisce  al vino  vivacità, freschezza e colore;

·             - malico, che conferisce aggressività (allappante se eccessivo);

·             - citrico, che fornisce un gusto acidulo

 

Ä  PROCESSI FERMENTATIVI

·       - succinico, dà un gusto acido-salato-amaro;

·       - acetico, se supera la soglia ammessa 0,7g/l si parla di acescenza o spunto; per legge non deve superare 1g/l;

·       - lattico rende il vino più morbido. L'acidità totale si esprime in g/litro di acido tartarico.

·       L'astringenza di un vino è percepita come secchezza e disidratazione. I principali fautori dell'astringenza di un vino sono i POLIFENOLI contenuti nei TANNINI delle uve e del legno di affinamento.

 

·       Nel vino sono contenuti anche SALI (1,5 - 3 g/litro) risultanti dalla combinazione tra minerali ed acidi che conferiscono sapidità.

 

Un breve cenno ai difetti e malattie del Vino

 È diffuso fare queste distinzioni:

 

- "DIFETTI" le modificazioni negative all’odore e al sapore del vino imputabili a diversi agenti esterni, ad esclusione di quelle causate dai microrganismi patogeni;

 

- "ALTERAZIONI" le modificazioni della limpidezza e del colore;

 

- "MALATTIE" le modificazioni negative causate dall’azione dei microrganismi.

 

DIFETTI

Alle volte può accadere di percepire degli odori sgradevoli che costituiscono i difetti del vino. Vi sono fattori che favoriscono, pur non essendone la causa, l'insorgenza di problemi, rappresentando essi il sintomo di debolezza o instabilità del vino, come:

1) basso grado alcolico (<11,0%)

2) bassa acidità (ph>3,4 nei bianchi e > 3,6 nei rossi)

3) presenza eccessiva di zuccheri residui

4) ridotta presenza di tannini (nei rossi)

5) errato o insufficiente uso della solforosa

6) elevata disponibilità di azoto assimilabile

7) conservazione ad alte temperature

Un difetto può essere l'odore di rifermentazione e di feccia (uno sgradevole sentore quasi di fogna o di flatulenza) che proviene da un contatto eccessivamente protratto del vino con fecce ormai sporche e ossidate o in vini che hanno visto una rifermentazione non voluta, e quindi non controllata, in bottiglia (accade spesso nei vini conservati in damigiana e imbottigliati da a casa).

Un altro difetto può essere provocato da batteri che si sviluppano in botti mal conservate e non pulite con appositi antisettici (odore di legno secco o marcio), o da uve non perfettamente sane facendo avvertire sentori farmaceutico o tintoria.

L'odore di ossidato (marsalato o maderizzato) è dovuto a un eccessivo contatto con l'ossigeno. È un processo irreversibile e costituisce un grave problema tranne per i vini che fanno dell'ossidazione la loro principale caratteristica (come per esempio il Marsala).

Un altro difetto facilmente riscontrabile è quello di ridotto (è un odore di chiuso) percepibile in quei vini che hanno subito un affinamento in bottiglia o comunque in ambienti privi di ossigeno. Talvolta scompare o si attenua, se si fa ossigenare il vino.

L'odore di zolfo è provocato da un uso eccessivo di anidride solforosa; avvertibile sia al naso sia in bocca e associabile all'odore di un cerino e a quello della lana bagnata.

E' poi possibile riscontrare odore di uova marce (idrogeno solforato), difetto irrimediabile che si forma a causa di una aggiunta eccessiva di metabisolfito di potassio prima della fermentazione o a un tardivo trattamento, a base di zolfo, prima della vendemmia; può anche essere dovuto a un processo di riduzione durante la fermentazione alcolica.

L'odore di aceto, o spunto acetico, è dovuto alla presenza, oltre limiti accettabili, di acido acetico (acidità volatile) ma si manifesta, a livello olfattivo, per la correlata formazione di acetato di etile a causa dell'attività di batteri acetici (ambiente aerobico, blocchi di fermentazione ecc.).

  

L’altro pomeriggio, quando abbiamo assaggiato i vini qui ad AIDOMAGGIORE, ci siamo posti la solita domanda, che ci poniamo tutti gli anni e in tutti i concorsi, per dei degustatori critici:

Fino a che punto è possibile tollerare la presenza di un difetto nel vino, dove finisce la scrupolosità e dove cominciano i difetti non scusabili?

Molti critici  sostengono che il vino è una bevanda della civilità, e in una bevanda civilizzata non si possono tollerare troppe imprecisioni. Proprio in quel troppe sta il problema.

Come sappiamo, il vino è materia vivente, che sfugge a classificazioni rigide e ai protocolli di degustazione più minuziosamente definiti a tavolino. Contano di più le capacità interpretative, ovviamente, soprattutto la capacità di muoversi con coerenza tra i paletti teorici e le sensazioni reali.

Per questo è difficile tracciare in via teorica la linea di demarcazione tra un vino un po’ sfocato, ma apprezzabile e consigliabile, e un vino ineccepibile, ma freddo come un pezzo di ghiaccio.

La verità, come spesso accade, esclude questi due estremi. Ma non esclude che un vino di alta qualità contenga un frammento, un velo, un piccolo dettaglio che non convince. E che in fondo non deve convincere.

In questa 7ª edizione de “Su inu nou 2009” non siamo stati particolarmente severi, capiamo benissimo lo sforzo che ci vuole per produrre il vino, e non essendo una degustazione mirata a far ottenere un’etichetta Doc, anche se alcuni vini sono decisamente ottimi, siamo stati indulgenti nel valutare imperfezioni dovute al fatto che il vino in concorso, è prodotto da vignaioli che, in maggioranza, producono per sé stessi e per i familiari.

Le due commissioni hanno degustato i vini per decretare i vincitori, i Vini rossi hanno impressionato favorevolmente la giuria, su 21 vini in gara, nessun vino può essere classificato scadente o con difetti, hanno ottenuto un punteggio superiore a 69 punti, di questi vini è stato premiato un vino che ha profumi particolari, un notevole corpo e lascia un sapore sapido persistente, con un ottimo retrogusto, ha avuto un punteggio di 84, forse abbiamo esagerato con il punteggio ma ci ha impressionato favorevolmente, il secondo classificato presenta un’ottima struttura e un colore eccellente, ha avuto un punteggio di 83, abbastanza alto, mentre terzo, è risultato un vino che ha una intensità ottima ma leggermente inferiore ai primi due in tonalità, ma che ha comunque ricevuto un punteggio di 82,0 che esprime un vino di notevole pregio, il 4º ha avuto una votazione di 80 punti, differenze tra di loro minime, sono comunque quattro ottimi vini che hanno avuto la differenza di pochi punti l’uno dall’altro, possiamo dire che tutti i vini superiori a 80 punti sono ottimi e abbiamo avuto difficoltà a stabilire chi doveva vincere perché tutti questi sono meritevoli di attenzione, hanno una tonalità e intensità di colore a volte eccellente, molto spesso ottima, probabilmente il cannonau è il vitigno predominante anche se quasi certamente non è vinificato in purezza ma misto a vitigni vari.

Nel complesso su 21 vini nessuno aveva difetti eccessivi, su 21 vini, 4,  il 19%, hanno avuto un punteggio superiore agli 80 punti e i restanti 17, l’81%, superiore a 69 punti,

 

Diversa sorte è toccata alla commissione sui vini bianchi, ricordo che altri anni le sorti, tra bianchi e rossi erano invertite, i primi anni soprattutto abbiamo assaggiato dei bianchi eccellenti mentre i rossi lasciavano a desiderare, l’annata 2009 era abbastanza problematica e probabilmente non si è riusciti a vinificare come si voleva, sono stati riscontrati molti vini con l’agrodolce, dovuto per la presenza di un alto grado zuccherino non svolto, non trasformato in alcol, e ad uno spunto acetico che inizia a manifestarsi, in altri erano presenti, controllandolo alla luce, delle sospensioni batteriche che indicavano un vino che iniziava ad ammalarsi, molti bianchi hanno un colore fuori standard, in un bianco d’annata ci si aspetta un vino trasparente con riflessi verdognoli, qui invece abbiamo trovato vini con colori intensi vicino al giallo oro oppure già ossidati.

Questo concorso dimostra che si può e si deve migliorare, perché il 65% dei vini in concorso, oltre la metà, sono migliorabili sia come processo fermentativo, in alcuni vini è presente l’agrodolce sintomo di arresto di fermentazione, in altri odori derivanti dalla prolungata presenza delle fecce a contatto con il mosto e ultimo lo spunto acetico che è stato riscontrato in qualche vino, solo 4 su 20, il 20% ha superato gli 80 punti e 3 il 15%, ha superato i 70 punti, questa mia analisi non è una critica a voi produttori, anzi dobbiamo ringraziarvi per averci portato il vino da analizzare, non voglio insegnare a nessuno come si fa il vino, non è il mio e nostro compito, ma essendo dei giudici, dobbiamo esprimere un giudizio, e capisco benissimo che ognuno di voi produttori vorrebbe fare il miglior vino possibile ma per fare questo a volte occorre anche imparare dall’esperienza di altri e seguire i consigli che l’enologia moderna suggerisce e quindi, riassumendo, occorre lasciare il giusto carico di uva nella pianta, disinfettare i vasi vinari e curare maggiormente i travasi e sono sicuro che i primi ad essere soddisfatti sarete voi stessi.

       QUIRICO MURA

 

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