Sant’Antoni ‘e su fogu 2008
                                      di Mario Atzori

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S. ANTONIO 'e su fogu  2007 - 2006
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La mattina del 16 gennaio è nebbiosa, la pioggia cade incessante ma i confratelli si ritrovano puntali alle dieci presso il nuraghe Sa Jua dove sono sistemate Sas Tuvas, anche Franco è puntuale, l’escavatore è pronto per le operazioni di carico sui carrelli dei trattori, in un battibaleno la Tuva dei confratelli viene caricata. Gli altri componenti dei sotzios delle altre Tuvas non si sono ancora visti.
Si cerca uno spazio riparato dal nuraghe per poter accendere un fuoco, ma è impossibile visto che la pioggia aumenta sempre di più.
Si decide di rientrare in paese per preparare il pranzo, perché non si può arrostire la carne all’aperto.
I confratelli di Santa Croce, dopo il pranzo a base di sumene, sarditza, petza imbinada, coradedda e sambene de anzone sono in ritardo, risalgono al nuraghe ma il corteo dei trattori con le Tuvas è già partito, così il gruppo viene raggiunto all’entrata del paese.
Come ogni anno, lo strombazzare dei clacson dei trattori e delle macchine è assordante, ogni tanto ci si ferma per invitare qualche temerario che aspetta il passaggio delle Tuvas sotto la pioggia.
All’altezza di via Eleonora ci sono alcuni esemplari di alberi d’arancio stracarichi di frutti, è un invito per i giovani che stanno sui carrelli dei trattori cogliere i frutti e lanciarseli l’un l’altro creando un po’ di scompiglio nei vari gruppi.
Finalmente si arriva sul sagrato della chiesa di San Gavino, la pioggia è sempre più insistente, la piazza è diventata un pantano, ma i baldi giovani non si fanno scoraggiare, le operazioni di scarico vengono effettuate come al solito con celerità e destrezza, un folto numero di persone si è aggregato per dare una mano al tiraggio delle funi per innalzare i tronchi.

Alle 17.00 quando don Tonino è uscito dalla chiesa per benedire il fuoco le Tuvas stavano ardendo a meraviglia a dispetto della pioggia, l’incenso è stato acceso nel turibolo con la brace dei fuochi.
Dopo il canto dei Vespri ed il canto della Laude a Sant’Antonio tutti i fedeli sotto l’ombrello, imbacuccati nei cappotti, si sono soffermati ad ammirare il rogo dei tronchi ed a degustare il vino bianco di Aidomaggiore offerto dai vari comitati.
A parte l’interruzione per la cena la piazza è stata gremita per tutta la notte curando che i tronchi bruciassero a dovere, e verso mezzanotte, i resti delle tuvas sono stati ammucchiati in modo che ardessero tutti insieme.
La mattina del 17 il cielo è limpido, sgombro da nubi, la temperatura è gradevole, i resti dei tronchi bruciano ancora, tutto è pronto per la processione con il Santo.
Alle 11.00 in punto parte la processione per le vie del paese, al rientro viene officiata la messa ed al termine vengono offerti ai fedeli i tradizionali dolci di Sant’Antonio, Tziriccas de saba e de mendula e Sa Panada offerte quest’anno dal devoto di turno.
La festa si è conclusa con il pranzo conviviale in ognuno dei quattro sotzios.



ATTEROS ANNOS MENZUS !