Sant’Antoni ‘e su fogu 2009
                                      di Mario Atzori

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S. ANTONIO 'e su fogu 2008 - 07 - 06
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E’ piovuto tutta la notte e la mattina del 15 gennaio continua incessantemente a piovere. Sul piazzale del nuraghe Sa Jua non c’è una “Tuva”. Tutti sono in ritardo. Nessun gruppo è riuscito ad abbattere l’albero cavo da sacrificare al Santo a causa delle abbondanti piogge che hanno reso il terreno impraticabile. Dopo pranzo, i ragazzi de “su sotziu” approfittando di una mezz’ora di tregua riescono ad abbattere l’albero e, con l’ausilio dell’escavatore condotto da  Franco, bagnati fradici, riescono a portare il tronco al nuraghe. Intanto continua a piovere tutto il pomeriggio con tuoni e fulmini, le stradine di campagna sono diventate dei torrenti, sa roja de Tulinu è ora  un fiume in piena così come quella di Urbareoes.
La mattina del 16, Miracolo!!!!, c’è il sole.
Le confraternite de Santa Rughe, Su Rosariu e su Sennore decidono di effettuare un sopralluogo per verificare la possibilità di accedere al terreno dove si trova la vecchia quercia secca. A Siriga, sa tanca de su rosariu è tutta un pantano, in alcuni punti ci sono 30 cm d’acqua. Franco è dubbioso, ha paura di lasciarci l’escavatore. Si decide comunque di tentare. Calzati gli stivali di gomma, la compagnia con l’aiuto della macchina operatrice riesce a sradicare l’albero e portarlo al nuraghe.
La giornata è bellissima, ci sono 10 gradi.
Davanti al nuraghe viene preparato il fuoco per fare l’arrosto, “sa cadrìga est pronta” cun su sumene e sa sarditza.
Anche la compagnia dei cacciatori "Mira Trotta" converge al nuraghe con la sua tuva e siamo quasi pronti a partire.
Il tradizionale corteo dei trattori , percorrendo il tragitto a passo d’uomo attraversa il paese, ogni tanto ci si ferma per invitare qualcuno.
Raggiunto il sagrato di San Gavino le tuvas vengono scaricate e fissate a terra. Qualcuna porta delle fascine di legna per innescare la fiamma.
Alle 17.00, ora di inizio del vespro, le tre tuvas stanno bruciando a dovere, don Tonino le benedice e le incensa con le braci prese dalla tuva.
Alla fine del vespro concluso col canto della Laude si è potuto degustare il vino novello di Aidomaggiore (quest’anno particolarmente buono) offerto dai tre gruppi.
La mattina del 17 i resti delle tuvas ormai ammucchiati continuano a bruciare, alle 11.00 la processione e la messa in onore del santo, al termine la confraternita di santa Croce, nel sagrato della chiesa, ha offerto i tradizionali dolci di Sant’Antonio, Tziriccas e Panada.

                                                A s’annu chi enidi !!!  -    Mario Atzori