E’
piovuto tutta la notte e la mattina del 15 gennaio continua
incessantemente a piovere. Sul piazzale del nuraghe Sa Jua non
c’è una “Tuva”. Tutti sono in ritardo. Nessun gruppo è
riuscito ad abbattere l’albero cavo da sacrificare al Santo a
causa delle abbondanti piogge che hanno reso il terreno
impraticabile. Dopo pranzo, i ragazzi de “su sotziu”
approfittando di una mezz’ora di tregua riescono ad abbattere
l’albero e, con l’ausilio dell’escavatore condotto da
Franco, bagnati fradici, riescono a portare il tronco al
nuraghe. Intanto continua a piovere tutto il pomeriggio con
tuoni e fulmini, le stradine di campagna sono diventate dei
torrenti, sa roja de Tulinu è ora un fiume in piena così come quella di Urbareoes.
La mattina del 16, Miracolo!!!!, c’è il sole.
Le confraternite de Santa Rughe, Su Rosariu e su Sennore
decidono di effettuare un sopralluogo per verificare la
possibilità di accedere al terreno dove si trova la vecchia
quercia secca. A Siriga, sa tanca de su rosariu è tutta un
pantano, in alcuni punti ci sono 30 cm d’acqua. Franco è
dubbioso, ha paura di lasciarci l’escavatore. Si decide
comunque di tentare. Calzati
gli stivali di gomma, la compagnia con l’aiuto della macchina
operatrice riesce a sradicare l’albero e portarlo al nuraghe.
La giornata è bellissima, ci sono 10 gradi.
Davanti al nuraghe viene preparato il fuoco per fare
l’arrosto, “sa cadrìga est pronta” cun su sumene e sa
sarditza.
Anche la compagnia dei cacciatori "Mira Trotta"
converge al nuraghe con la sua tuva e siamo quasi pronti a
partire.
Il tradizionale corteo dei trattori , percorrendo il tragitto a
passo d’uomo attraversa il paese, ogni tanto ci si ferma per
invitare qualcuno.
Raggiunto il sagrato di San Gavino le tuvas vengono scaricate e
fissate a terra. Qualcuna porta delle fascine di legna per
innescare la fiamma.
Alle 17.00, ora di inizio del vespro, le tre tuvas stanno
bruciando a dovere, don Tonino le benedice e le incensa con le
braci prese dalla tuva.
Alla fine del vespro concluso col canto della Laude si è potuto
degustare il vino novello di Aidomaggiore (quest’anno
particolarmente buono) offerto dai tre gruppi.
La mattina del 17 i resti delle tuvas ormai ammucchiati
continuano a bruciare, alle 11.00 la processione e la messa in
onore del santo, al termine la confraternita di santa Croce, nel
sagrato della chiesa, ha offerto i tradizionali dolci di
Sant’Antonio, Tziriccas e Panada.
A s’annu chi enidi !!! - Mario
Atzori
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