GIOVANNI ATZORI
poeta
di Aidomaggiore

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AIDOMAGGIORESI DA RICORDARE
GENERALE

(Alcune note biografiche raccolte e scritte da Mario Atzori)                                       VISUALIZZA I TITOLI DELLE POESIE DISPONIBILI

Giovanni Sebastiano Sisinnio Atzori, figlio di Giuseppe Atzori Pistore e di Maria Mureddu Caboni nacque ad Aidomaggiore il 4 luglio 1850, lo stesso giorno fu battezzato dal  vicario Salvatorangelo Cau con i suoi Padrini Antonio Didano Putzulu e Stefania Marras. Visse ad Aidomaggiore  fino alla sua precoce scomparsa avvenuta alle ore 13 del 25 agosto 1896 all’età di 46 anni.
Giovanni Atzori era nipote del vicario Michele Atzori e dopo alcuni studi  intraprese il lavoro di fabbro nel nostro paese. Altre notizie sulla sua vita si possono ricavare dagli stessi componimenti, infatti sappiamo che fece il militare a Livorno nel 1872 e che una lettera inviata al suo corrispondente Salvatorangelo Vidili descrive in “Sa Canzone de su Sordau” la dura vita del militare.
Salvatorangelo Vidili, anche esso poeta, nacque ad Aidomaggiore nel 1839, studiò Retorica ed era molto amico di Giovanni Atzori, la loro corrispondenza avveniva in rima e perciò si stimolavano a vicenda nelle loro composizioni poetiche.
Abbiamo una prova certa che Giovanni Atzori cominciò molto giovane a scrivere, infatti, giovanotto di 13 anni, cantò una canzone alla madre che l’aveva vestito la prima volta d’un paio di calzoni che gli erano molto stretti, questa poesia dal titolo “Como mi so graduadu” venne pubblicata da Giovanni Spano nel 1863 nella prima delle sei raccolte di Canzoni popolari inedite in dialetto sardo centrale ossia logudorese.
Un’opera autobiografica molto famosa è “Sa Canzone de Venere” di cui non si conosce la data di composizione; si  racconta invece che un altro poeta aveva fatto pubblicare a suo nome tale poesia, a ciò si  oppose una nipote del nostro poeta che fece ritirare tutte le copie in circolazione.
Molto conosciuta è la “Canzone di Angelina Vidili”, a questa dedicata in occasione della sua prematura scomparsa. Bellissima donna e figlia del suo amico poeta Salvatorangelo Vidili morì nel 1884.
Si ricordano ancora:

“Su Verbale”, che risale al 1869, è una delle prime opere, in cui vediamo Atzori cimentarsi in una disputa con i poeti locali Salvatorangelo Vidili e Antonio Pala Uda; “Sa Canzone de su Crobu” che è scritta invece prendendo spunto da una favola di Esopo, e  “Su Trintasese Retrogadu” e tante altre.

Molto famosa è rimasta la disputa con tre poeti di Norbello, Mele, Zoncheddu e Anzone, avvenuta in occasione del trasferimento di un parroco un certo Don Marras. Un’altra disputa con un poeta di Noragugume, tale Giuliano Cocco che venuto a conoscenza della poesia di Atzori “Sa Malestrosa” in cui si rilevavano i difetti della donna, fece una poesia all’inverso vantando i pregi della donna in genere.
Si racconta un aneddoto: una volta in un bar di Aidomaggiore si trovava un poeta straniero che gareggiando con altri poeti locali aveva sempre la meglio. Visto che la cosa si metteva male alcuni avventori si recarono da tiu Juanni Atzori che giaceva a letto ammalato. Lo portarono in spalla al bar dove fece fare una meschina figura all’artista straniero, che abbandonò il locale molto triste.

Salvatorangelo Vidili, alla morte del suo amico poeta Atzori compose una poesia di cui riportiamo i primi versi:

O musas d’Elicona
Lagrimade de coro a pil’isortu
Tesside una corona
A su grande poeta chi es mortu
Faghidebila ona,

mancari como privas de cunfortu

mortu es Giuanne Atzori

chi cantesi a Venus, Diana e Clori


 
(Salvatorangelo Vidili)

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Sa Canzone de Venere

Ite sun custos ecos

Como mi so graduadu
     

Un caro ringraziamento ad Augusto Atzori che mi ha aiutato alla stesura del testo.
                                                                                                                                                                Mario Atzori

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