S. ANTONIO 'e su fogu 2007 - 2005

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Sant’Antoni ‘e su fogu 2006
                                      di Adele Virdis e Mario Atzori

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Si è rinnovata anche quest’anno la festa di Sant’Antonio Abate con le tradizionali Tuvas. Il sabato precedente la festa, di buon mattino, i membri delle tre Confraternite (Santa Rughe, Su Sennore e Su Rosariu) si sono recati in campagna per abbattere l’albero cavo da sacrificare in onore del Santo. Con l’ausilio dei mezzi meccanici moderni non è stato particolarmente faticoso, infatti l’escavatore ha buttato giù l’albero che in un battibaleno è stato liberato dei vari rami secchi e caricato sul carrello del trattore. (Anticamente queste operazioni venivano fatte manualmente con picconi, asce ed una buona dose di olio di gomito, ed alla fine il tronco veniva caricato sul carro a buoi per essere trasportato in paese).
Durante queste operazioni di taglio e carico i Confratelli hanno acceso un bel fuoco sia per riscaldarsi, poiché la campagna era imbiancata dalla brina notturna, sia per consumare una frugale colazione a base di capocollo, sumene arrustiu (5 kg.!!) e petza imbinada  e tanto tanto vino nuovo bianco e rosso.
Al termine dello spuntino la combriccola si è trasferita a Su Padru, vicino al nuraghe Sa Jua dove la tuva è stata scaricata ed incisa la consueta croce.
La giornata della vigilia (il 16 gennaio) è cominciata con il raduno presso il nuraghe dove è giunta anche la compagnia di caccia grossa che ha portato anch’essa una bella tuva. Nel primo pomeriggio sas tuvas sono state caricate sui trattori e si è partiti in corteo verso Aidomaggiore intorno alle 15.00.
Naturalmente il carico dei trattori oltre ai tronchi e al personale consiste anche in un carico di vino, infatti vengono invitate a bere un bicchierino tutte le persone che si incontrano lungo il cammino, compresi gli automobilisti di passaggio.  Al suono degli organetti che stavano sui trattori e il chiassoso strombazzare dei clacson delle macchine in corteo si è attraversato il paese per giungere nel piazzale antistante la chiesa di San Gavino.
Completate le operazioni di scarico e innalzamento delle Tuvas, al suono delle campane che invitavano al vespro, si è proceduto all’accensione dei tronchi. Don Tonino prima di iniziare la funzione, che come da tradizione si tiene nella chiesa di San Gavino, addobbata dalle prioresse di Santa Croce, ha benedetto i fuochi e con le braci è stato acceso l’incenso.
Il solenne vespro ha visto la partecipazione di molti fedeli, che con grande fede hanno cantato i gosos in onore “de Sant’Antoni”, addobbato, per l’occasione, dalla famiglia Bellu, a cui quest’anno spettava la festa religiosa, in virtù di un antico legato, che condivide con altre famiglie del paese con le quali si alterna negli anni.
Dopo il canto dei vespri, il piazzale ha visto il continuo via vai degli Aidomaggioresi che accorrevano ad ammirare le bellissime e “brucianti” tuvas, molti di essi si fermavano a bere e a mangiare le tradizionali “tzerikas” di mandorle e di sapa e “sa panada o tureddu” anch’esso di sapa, che la confraternita di Santa Croce, che festeggiava riunita con le famiglie in un locale nei pressi della Chiesa di San Gavino, offriva con grande allegria e generosità, secondo l’antica tradizione dell’accoglienza.
Il giorno della festa, alle 11, nella Chiesa di San Gavino, don Tonino, dopo la processione per le vie del paese con la statua del santo portata a braccia dai confratelli di nome Antonio, ha celebrato la Santa Messa in onore del Santo Eremita.


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