| 
                 BALLI
                TRADIZIONALI 
                Da dove viene il
                misterioso ballo tondo che i Sardi danzano ancora nelle grandi
                feste di paese? 
                 
                Chi ha mai provato a rispondere a queste domande ha fatto mille
                congetture. Risalendo indietro nei tempi si è pensato ad un
                influsso catalano (a Barcellona si balla ancora, in piazza, un
                ballo simile a quello sardo, che si chiama sardàna), oppure ad
                un influsso cartaginese o, infine, ad un ballo nato fin dai
                tempi dei nuraghi, se è vero che nei famosi «bronzetti» fusi
                quasi tremila anni fa sono raffigurati flautisti e suonatori che
                fanno pensare a musici, che accompagnano le danze rituali. 
                 
                Aidomaggiore è, forse, uno dei pochi paesi che ancora conserva
                questa antica tradizione del ballo in piazza e che nel periodo
                del carnevale, ogni anno, puntualmente, si rinnova con tutto
                l'entusiasmo e il fascino di un'antica usanza. Fra i balli
                tradizionali si conserva gelosamente la caratteristica,
                attraente «Cointrozza» che viene eseguita con la fisarmonica,
                il tamburo e il triangolo. 
                 
                Ma il più caratteristico di tutti era «Su ballu cantau», cioè
                il ballo cantato, che un gruppo specializzato di anziani
                suonavano con la voce. Quattro o cinque persone riunite a forma
                di cerchio, formavano «Su cunzertu», il concerto, imprimendo
                alle voci quel ritmo preciso che richiedeva l'esecuzione del
                ballo. 
                 
                Nei secoli scorsi, nel periodo del carnevale, qui in
                Aidomaggiore si ballava nelle piazze, in diversi punti del
                paese. Bastava una piazzetta con quel tanto che occorreva per
                permettere ai ballerini, che affluivano entusiasti da ogni parte
                del paese ed anche dai paesi vicini, di fare il ballo tondo e
                tutte le altre danze più o meno scatenate. Uomini e donne, a
                braccetto, giravano intorno al suonatore di fisarmonica, le
                giovinette passavano come dee, serie, diritte, can la fronte
                splendente di sudore, e gli uomini, agili e snelli, con le
                lunghe berritte che ondeggiavano al vento, in un tripudi0 di gioia
                e di colori.  |